Ieri, 10 aprile, è finito il mese sacro per i musulmani, il Ramadan. In questo stesso giorno, com’è noto, la scuola Iqbal Masih di Pioltello, nel milanese, che conta un grande numero di alunni musulmani, è rimasta chiusa tra le polemiche. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ieri ha diffuso un messaggio proprio sul tema del multiculturalismo e delle religioni.
“La Costituzione ci ricorda che tutte le confessioni religiose sono libere davanti alla legge, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. La libertà religiosa è uno dei fondamenti della convivenza, riconosciuta dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite”, queste le sue parole.
Il Capo dello Stato ha poi concluso: “La promozione del mutuo rispetto tra fedi e culture, elemento della coesione sociale della nostra comunità, sollecita l’esercizio di una responsabilità condivisa per il bene comune”.
Mattarella non ha parlato direttamente del caso Pioltello come qualche giorno fa. A Mattarella si era rivolta la vicepreside della scuola del milanese, nominata due anni fa proprio da Mattarella cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica. “Chiedo a Mattarella di intervenire, di venire a Pioltello a sostenerci – aveva detto ai microfoni del TgR Lombardia – perché ci sentiamo soli. Lui è l’unico che può scrivere la parola fine in questa triste storia. Come posso ritrovare la forza e il coraggio di insegnare ai miei alunni che lo Stato italiano difende i cittadini?”.
Quella di fermare le lezioni, aveva ribadito la prof, “è una scelta didattica. Non ha nulla di ideologico, nulla di religioso. Non abbiamo voluto inserire alcuna festività, non vogliamo togliere l’identità a nessuno e non vogliamo sopprimere nessuna cultura”.
Dopo alcuni giorni è arrivata la risposta del Capo dello Stato: “Ho ricevuto e letto con attenzione la sua lettera e, nel ringraziarla – ha spiega Mattarella – desidero dirle che l’ho molto apprezzata, così come – al di là del singolo episodio, in realtà di modesto rilievo – apprezzo il lavoro che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell’adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo“.
Ieri, 10 aprile, davanti la scuola si è radunato un gruppetto di genitori in protesta. Il gruppetto era formato da non più di una decina di persone. “Io sono disoccupata in questo momento e quindi non ho dovuto organizzarmi per affidare mio figlio a qualcuno in questo giorno di chiusura infrasettimanale che non approvo assolutamente. E come me tanti altri genitori, ma abbiamo timore a esprimerci pubblicamente perché andremmo contro il collegio docenti che ha votato all’unanimità. E quindi temiamo ripercussioni in classe sui nostri figli”, ha detto la promotrice della protesta.
La scuola ha rinunciato ad altri giorni di chiusura decisi in base all’autonomia scolastica (il 29 e 30 aprile), per mantenere quello del 10 aprile. Questi genitori in disaccordo con la decisione hanno intenzione di non portare i loro figli a scuola in queste date in cui l’istituto sarà aperto.
Al presidio è arrivata anche l’eurodeputata della Lega Silvia Sardone: “Sono qui su invito delle mamme e so che qualcuna di loro ha timore a esporsi per timore di ritorsione. Io sono per la libertà di parola e di pensiero – dice – Se chiusure del genere debbano essere concesse lo deve stabilire lo Stato. Non credo che si faccia integrazione chiudendo le scuole. Hanno detto che è una scelta didattica, invece è chiarissimo che sia una scelta legata alla relazione islamica”.
Come abbiamo scritto, nel pomeriggio del 25 marzo il Collegio dei docenti e il Consiglio di Istituto del comprensivo Iqbal Masih hanno confermato la decisione di sospendere le lezioni il prossimo 10 aprile, in occasione della festa per la fine del Ramadan.
La scelta, per la verità, era già stata fatta nel maggio scorso ma solo di recente era diventata di dominio pubblico in seguito ad un intervento della eurodeputata leghista Silvia Sardone. La decisione era stata presa con l’obiettivo di evitare aule vuote e interruzioni nel programma scolastico; nei giorni scorsi, però, l’Ufficio Scolastico Regionale aveva riscontrato alcune irregolarità nella delibera che adesso è stata rivista e corretta.
Il consiglio l’ha modificata sottolineando che la chiusura è motivata esclusivamente da ragioni didattiche, dovute alle numerose assenze previste durante la festività religiosa.
Domenica scorsa, nel corso della messa festiva, i tre parroci della cittadina hanno letto in chiesa una lettera di solidarietà con la scuola; lo stesso Vescovo della città di Milano aveva mostrato apprezzamento per la decisione della scuola.
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