“Il pesante calo degli studenti nella scuola e nelle università siciliane è un dato allarmante, che deve interrogare gli addetti ai lavori ma soprattutto la politica. La Sicilia, infatti, ogni anno si impoverisce delle sue forze migliori, del proprio futuro”. Lo dice Graziamaria Pistorino, segretaria generale della Flc Cgil Sicilia, nella sua relazione al quarto Congresso regionale dell’organizzazione in corso a Terrasini (Palermo), richiamando i dati dello studio “Scuola e università: la grande emigrazione degli studenti siciliani”, a cura del prof. Roberto Foderà, docente presso il Dipartimento di Giurisprudenza della Lumsa di Palermo, realizzato dal Centro Studi della Cgil Sicilia.
“Migliaia di giovanissimi – aggiunge – ancora in età scolare lasciano l’Isola al seguito delle loro famiglie costrette ad emigrare a causa della mancanza di lavoro. Negli ultimi 15 anni il numero degli iscritti alla scuola pubblica di ogni ordine e grado è passato da 769.111 a 642.486. Una caduta che trova spiegazione nella flessione della natalità e nel fenomeno dell’emigrazione interna ed esterna. Dal 2002 ad oggi la Sicilia ha perso oltre 140 mila residenti attraverso trasferimenti netti verso altri territori nazionali, mentre i siciliani che hanno trasferito la residenza all’estero negli ultimi quattro anni, dal 2013 al 2016, sono stati quasi 38 mila”.
“A lasciare la Sicilia – continua Pistorino – sono per lo più giovani tra i 25 e i 35 anni. Verosimilmente si tratta di singoli o coppie con livelli di istruzione medio alti, diploma e laurea, che dopo gli studi decidono di iniziare un nuovo percorso di vita in territori che offrono maggiori chance di lavoro. Per fornire alcuni valori assoluti nel 2005 sono state cancellate dalle anagrafi siciliane per altri territori quasi 32.500 persone, nel 2010, in piena crisi, le cancellazioni si sono ridotte a poco meno di 28.000 per risalire a oltre 36 mila nel 2016. Al contrario di quanto avveniva nei decenni passati ad emigrare sono sempre più giovani laureati e diplomati. I titoli di studio più alti rappresentano quindi un fattore di espulsione nella misura in cui il territorio natale non offre loro quelle opportunità in grado di rispondere alle loro aspettative. È evidente come l’emigrazione dalla Sicilia possieda tutte le caratteristiche di una emigrazione di cervelli”.
“Ancora più emblematica – conclude Pistorino – è la situazione dei giovani universitari siciliani. Anche qui oggi, rispetto all’anno accademico 2016/17, si evidenzia un calo della popolazione universitaria di oltre 8.000 iscritti. Ma quello che balza più agli occhi è il numero di ragazzi che preferiscono frequentare l’università fuori dalla regione. Su un totale di 155.271 studenti 14.248 studiano negli atenei del NordOvest, 8.945 in quelli del NordEst, 19.210 in quelli del Centro e 7.010 negli altri atenei del Mezzogiorno”.
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