Quella del reclutamento del personale scolastico sta ormai diventando per il senatore leghista Mario Pittoni una questione del tutto irrinunciabile e prioritaria.
E così le ultime vicende relative al concorso per dirigenti scolastici hanno indotto Pittoni ad affrontare anche il tema delle modalità di assunzione dei dirigenti.
Al senatore leghista, friulano doc, non è piaciuto in particolare l’andamento delle prove nella sua regione.
“In Friuli-Venezia Giulia – sottolinea il senatore – hanno superato la prova preselettiva in 122 ottenendo complessivamente un risultato di eccellenza. La percentuale di ammessi agli scritti è stata infatti del 31%, a fronte di un dato medio nazionale del 25%”.
“Ma – prosegue Pittoni – dopo le due prove scritte regionali, sonostati ammessi all’orale solo 36 candidati di lingua italiana e 2 di lingua slovena, quando il bando di concorso prevede per il Friuli-Venezia Giulia 43 posti per i candidati di lingua italiana e 3 per quelli di lingua slovena”.
Il rischio è che i posti che rimarrano scoperti possano essere assegnati a vincitori di concorso provenienti da regioni meridionali. Pittoni non lo dice apertamente ma lo fa intendere: in Campania, stando alle prime proiezioni, potrebbe superare le prove scritte più del 50% dei candidati; poco meno di 800 docenti diventerebbero dirigenti ma senza avere molte possibilità di essere assunti nella propria regione dove i posti sono pochi (200 o poco più) e potrebbero persino diminuire a causa delle operazioni di dimensionamento ancora in corso.
Napoletani, salernitani e avellinesi potrebbero così trasferirsi in Friuli o in altre regioni settentrionali. In tal caso nelle scuole del nord le difficoltà di gestione potrebbe aumentare anche a causa della scarsa continuità del personale dirigente (è legittimo ritenere che chi si trasferisce da Avellino a Udine voglia al più presto riavvicinarsi a casa) e la poca conoscenza dei problemi del territorio da parte di chi proviene da molto lontano.
Per intanto il senatore leghista ha già presentato una interrogazione scritta al Ministro che potrebbe fornire i primi chiarimenti nel giro di pochi giorni.
Ma il problema, secondo Pittoni, va risolto alla radice con un modello diverso di reclutamento. Il progetto è analogo a quello previsto per i docenti ed è basato su graduatorie rigorosamente regionali.
Spiega Pittoni: “L’accesso al posto (dopo aver scelto in assoluta libertà la regione dove candidarsi, in ossequio a Costituzione e normativa europea), dipenderàdalla posizione in lista sulla base del punteggio. I 4/5 dei punti si dovranno però guadagnare sottoponendosi a una valutazione approfondita a parità di condizioni con gli altri iscritti in quella regione”. “Questo meccanismo – conclude Pittoni – fungerà da “calmiere” ai vari tentativi per ottenere spostamentidalle zone con meno opportunità di lavoro ma valutazioni “generose”, a quelle con più posti disponibili ma maggiore rigore nei voti, evitando che candidati valutati con manica larga in altre realtà possano scavalcare chi effettivamente merita”.
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