Basta tagli alle università e ai corsi di medicina, sulla base di supposte esigenze territoriali.
A sostenerlo è Mario Pittoni, responsabile federale Istruzione della Lega Nord, che il 25 marzo ha anche presentato all’incontro Crui, organizzato all’ateneo di Udine, una serie di proposte in merito. Le proponiamo ai nostri lettori.
“Fare fronte comune per convincere chi governa a incrementare i fondi per le università (la spesa per l’istruzione, che nel 2010 rappresentava il 3,9% del Pil, è già calata al 3,7% e nel 2020 è previsto scenda addirittura al 3,5%); prestare massima attenzione alla modulazione dei parametri premiali; sollecitare il decreto attuativo dell’articolo della riforma del 2010, che prevede la revisione del numero chiuso nei corsi di medicina e chirurgia sulla base delle effettive esigenze del territorio”.
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“Quest’anno – prosegue Pittoni – il Fondo di finanziamento dello Stato per il sistema universitario e’ stato ulteriormente tagliato. Così che gli atenei efficienti non hanno potuto godere dell’aumento della quota premiale del Ffo, pur passata dal 18 al 20%”.
“Quando la nostra riforma sarà a regime, si spera nel 2018, l’intero Fondo di quasi 7 miliardi verrà distribuito con criteri per il 70% oggettivi (costi standard) e per il 30% premiali, come nei Paesi più avanzati. Ma se come quest’anno si tolgono risorse o i parametri utilizzati non premiano concretamente il merito, alla fine restano penalizzati anche i bravi e ci facciamo male tutti – conclude – perché un Paese che non investe nell’istruzione è senza futuro”, ha concluso Pittoni.
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