A colloquio con Mario Pittoni, ex senatore del Carroccio, oggi responsabile federale Istruzione Lega Nord, nonché esperto del settore formativo pubblico.
Con il leghista abbiamo parlato delle diverse reazioni sull’epilogo della fase B del piano di assunzioni, con appena 200 docenti che alla fine hanno rifiutato la proposta.
Il Governo e il ministro parlano di successo; i sindacati sono più cauti. L’impressione è che l’escamotage delle supplenze annuali, utilizzate come anno di prova, abbia calmierato il trasferimento forzato di oltre 7mila insegnanti da una regione all’altra. Ma, almeno per la maggior parte, il raggiungimento della lontana sede di servizio è solo rimandato di un anno.
Pittoni, si è appena conclusa la fase B del piano di assunzioni. Il Miur canta vittoria, perché hanno accettato la proposta di assunzione il 97% dei circa 8.700 individuati. È un bel risultato, non crede?
Avevano la pistola puntata alla tempia… Tra questi c’è comunque chi, pare la maggioranza, ha avuto una supplenza vicino casa e dovrà allontanarsi solo l’anno prossimo; e chi invece dovrà fare subito le valigie con l’obbligo, per superare l’anno di prova, di coprire almeno 180 giorni. Vedremo se queste persone, spesso genitori di bambini piccoli o con familiari già anziani da assistere, riusciranno a conciliare le diverse esigenze o si troveranno costrette ad assentarsi.
Ora l’attenzione si sposta sulla fase C, per la quale ci sono 55mila posti in “palio”. Ma, sembra, che i candidati siano di meno: in 49mila. Qualcosa non torna…
Vediamo come e in quali tempi i 55mila posti verranno creati… Posso comunque immaginare la reazione di chi, nominato in fase B magari a 500 chilometri dal luogo di residenza, vedrà saltar fuori cattedre di fase C sotto casa, che andranno a qualcuno in graduatoria con punteggi inferiori.
Voi, come Lega Nord, come avreste impostato il piano straordinario di assunzioni?
Aprendo anche alle graduatorie di istituto con il triplo canale a scorrimento. Una proposta largamente condivisa, che non si è voluto neppure portare in discussione per non mettere in difficoltà il Pd, che avrebbe dovuto motivare il suo no. Eppure era la soluzione per evitare il problema – segnalato anche dalla Fondazione Agnelli – di doverli pescare chissà dove pur disponendo sul proprio territorio di docenti abbondantemente formati ed esperti. Valeva anche per diverse regioni del Sud. Con il triplo canale, non avremmo solo cancellato la discriminazione tra diversi tipi di precariato, negata a parole dal Pd ma ben presente nei fatti.
Però alla fine le assunzioni sono arrivate. E questo è un dato positivo. O no?
Se “Buona scuola” non voleva limitarsi a essere uno slogan elettorale, doveva portare qualità, e quindi il reclutamento dei docenti più formati e con maggiore esperienza, al di là dalla graduatoria di appartenenza. Renzi ha preferito pescare gli insegnanti da un’unica lista, escludendo quelli bravi e preparati presenti nelle altre. A questo punto, però, si eviti almeno di parlare di merito. Il fatto che nel piano di assunzioni non vengano contemplati i docenti inseriti nelle Graduatorie di istituto e che il piano preveda solo due canali (tramite Graduatorie di merito e Graduatorie ad esaurimento), discrimina chi si è abilitato dopo la chiusura delle SSIS ed è in Graduatoria di istituto.
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È probabile che anche dopo il piano assunzioni, i precari abilitati che rimarranno nelle GaE saranno almeno 50mila: ma la riforma non doveva annullare il precariato a scuola?
Domanda da girare a Renzi e alla ministra. Hanno varato loro la riforma, decidendo di escludere dalle assunzioni i docenti delle graduatorie d’istituto. Adesso non riescono a stabilizzare nemmeno quelli delle graduatorie ad esaurimento.
E che fine faranno gli abilitati oggi presenti nelle graduatorie d’Istituto?
Chi è iscritto in seconda fascia delle graduatorie d’Istituto ha gli stessi titoli, ma conseguiti in tempi diversi, rispetto a chi è in graduatoria ad esaurimento. Non dovevano essere discriminati dalla riforma. Invece è successo. Ora aspettano di essere chiamati per occupare i posti scoperti. Se va bene si ritroveranno a lavorare, gomito a gomito, con colleghi abilitati come loro, ma freschi assunti in ruolo. Per la stabilizzazione dovranno attendere il concorso, senza sapere quante cattedre verranno bandite per le loro discipline. E se ce la faranno dovranno firmare un contratto di apprendistato-formazione, percependo per tre anni uno stipendio più basso di quando erano supplenti.
E i docenti non abilitati?
I docenti in terza fascia, mediamente più giovani, attendono una nuova edizione del PAS o comunque uno strumento per accedere anche loro al concorso, forti del servizio maturato. Renzi e Giannini non si dimentichino di loro.
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