Mario Pittoni, responsabile federale per l’istruzione della Lega Nord, torna sulla questione dell’accesso alle facoltà universitarie lamentando che “anche quest’anno non si prevedono passi avanti nella revisione dell’accesso ai corsi universitari a numero programmato”.
“Si tratta – afferma Pittoni – della ennesima promessa tradita del governo Renzi, dopo che alla vigilia delle elezioni europee il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini aveva annunciato una selezione finalmente attenta alla qualità, ispirata al modello francese, abolendo i test d’ingresso”. Da tempo Mario Pittoni si batte contro l’uso dei test che, a suo parere, “non filtrano attitudine e merito”.
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“Il risultato – denuncia l’esponente leghista – è che le aule dei tribunali si stanno sostituendo a legislatore e amministrazione. Nelle scorse settimane il Tar Lazio ha regolarizzato la posizione di ben 6 mila matricole che non avevano passato i test d’accesso a Medicina nel 2014. Il fatto è che i test, se ben formulati, possono essere (relativamente) utili per verificare il livello di preparazione alla fine di un ciclo di studi”.
“Ben diverso – sottolinea Pittoni – quando i test pretendono di mettere a fuoco quanto sei portato a intraprendere un nuovo percorso, soprattutto in un settore particolare come quello medico. Per questo motivo riteniamo si debba lavorare a un sistema che lasci una possibilità a tutti, scremandoli dopo un certo periodo (un anno?) in base a un adeguato numero di esami da superare”.
La soluzione che propone Pittoni è precisa: “I migliori devono poter scegliere il corso di laurea d’interesse, fino all’esaurimento dei posti in quel corso e in quell’ateneo. In altre nazioni come la Francia è già così: la selezione per Medicina avviene dopo il primo anno di università e un breve tirocinio in ospedale”.
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