Pittoni (Lega): “Per risparmiare nella scuola basterebbe cancelllare la burocrazia centrale”

Prosegue presso la Commissione Cultura del Senato l’esame del decreto legge 95 sulla “spending review”.
Sugli effetti relativi al sistema scolastico, per il Partito democratico è intervenuta la senatrice Soliani che si è soffermata soprattutto sulla questione del transito dei docenti inidonei nei ruoli ATA, sottolineando che “si tratta di insegnanti con problemi di salute, i quali hanno diritto a mantenere un posto di lavoro dignitoso”.
La Soliani ha anche manifestato qualche perplessità circa la confluenza del Fondo per l’ampliamento dell’offerta formativa (legge 440/97) nel Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche: “Si rischia di perderne il valore e la finalizzazione – detto la senatrice – con un impoverimento del sistema”, dimenticando però che sono ormai due anni almeno che i fondi della legge 440 non vengono più assegnati alle scuole.
Di tutt’altro tenore è stato invece l’intervento del senatore leghista Pittoni che ha esaminato la questione della specificità delle istituzioni scolastiche situate nelle aree con minoranze linguistiche.
Il testo del decreto legge prevede una modifica dei parametri per l’attribuzione dell’autonomia amministrativa alle istituzioni scolastiche; le aree con minoranze linguistiche sono attualmente equiparate alle piccole isole e ai Comuni montagna; il decreto legge cancella questo beneficio per le aree con minoranze linguistiche occitane, sarde e friuliane.
In pratica questo significherebbe la perdita di circa 40 dirigenze scolastiche.
Pittoni ha annunciato che la Lega presenterà un emendamento soppressivo, senza contare che, qualora esso non dovesse essere approvato, le Regioni promuoveranno di sicuro conflitto di attribuzione alla Corte costituzionale.
E, per sostenere la propria posizione, il senatore leghista ha anche messo in evidenza come la norma del decreto legge violi di fatto una precisa risoluzione del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa relativa all’applicazione della Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali.
Non è neppure mancato un suggerimeto per il Governo: “Considerato il particolare momento che il Paese sta vivendo, vorrei piuttosto sollecitare l’Esecutivo a tagliare le vere inefficienze, a partire dalla burocrazia ministeriale che ha prodotto una norma così errata”.

Reginaldo Palermo

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