Prima di Natale, la Tecnica della Scuola ha realizzato un approfondimento chiedendo ai principali sindacali del mondo della scuola la propria opinione sull’attualità scolastica.
Tra i temi trattati anche quello relativo agli appalti esterni di servizi di pulizia delle scuole, con l’abolizione prevista in legge di bilancio. Grazie alla misura, andrebbero assunti 12mila nuovi profili professionali.
Per la Cisl Scuola, il problema non è risolto: “Si rimpiazza solo il turn over e il tasso di precarietà raggiunge in alcune aree territoriali fino al 40% per il profilo dei collaboratori scolastici. Ricondurre pienamente alla gestione dell’Amministrazione il personale, superando le esternalizzazioni, va benissimo, ma resta il problema di una dotazione complessivamente insufficiente”.
Invece per la Uil Scuola, “si tratta della misura che chiediamo da tempo e che i Governi che si sono succeduti non hanno avuto il coraggio di affrontare, sia per un approccio neo liberista orientato al modello privato, sia per diversi e molteplici interessi che si sono cristallizzati nel tempo”.
Per lo Snals, invece, “l’esternalizzazione delle pulizie comporta una decurtazione di circa 11.800 posti di collaboratore scolastico, poiché nelle scuole dove operano le imprese l’organico è diminuito del 25% rispetto alla dotazione ordinaria. Se venissero quindi inserite 12.000 unità di personale ATA, non potrebbe che essere un fatto positivo, anche se non risolutivo rispetto al drastico taglio subito dall’organico ATA negli scorsi anni”.
Infine per la Gilda, “si tratta sicuramente di un intervento positivo perché riduce il numero dei servizi esternalizzati e aumenta l’occupazione nel mondo della scuola. Speriamo che questo sia il primo passo verso la completa estinzione degli appalti esterni nel settore delle pulizie scolastiche”.
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