Più di un terzo, il 35%, degli oltre 800 mila stranieri iscritti nelle scuole italiane è destinato a non andare oltre la licenza media, una percentuale che scende al 15% tra i giovani italiani tra i 18 e i 24 anni.
I dati sono contenuti nella ricerca ‘Immigrazione e sindacato’ che cerca pure di capire le cause di queste difficoltà
Nonostante il lavoro minorile sia vietato per chi ha meno di 16 anni, i minori tra i 7 e i 15 anni con una qualche esperienza di lavoro sono stimabili in circa 340mila, il 7% della popolazione in quell’età.
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Un altro motivo è l’apprendimento della lingua, visto che la lingua parlata in casa dai nuclei familiari di provenienza straniera è anche l’italiano in meno di 4 casi su 10 (38,5%), un valore che si abbassa al 30,9% nei nuclei familiari con figli che hanno meno di 5 anni e che si alza, viceversa, dove ci siano figli più grandi e scolarizzati che portano a casa il cosiddetto ‘italiano filiale’.
Questi handicap in ingresso e il lavoro precoce contribuiscono a determinare i numeri delle bocciature/ripetenze.
I ripetenti stranieri nella scuola primaria sono l’1,4% (0,2% gli italiani), il 7,5% nella scuola media (2,7% gli italiani), il 12,8% nella secondaria di secondo grado (7,1% gli italiani).
In ogni grado di scuola sono in maggiore svantaggio i nati all’estero rispetto ai nati in Italia. E l’integrazione, come tutte le sfide più importanti, parte sempre dall’educazione.