Categorie: Riforme

Più Its, più tecnici intermedi, meno ingegneri in soprannumero

Infatti, da qualche anno a questa parte sono numerosi gli ingegneri che vanno in soprannumero, perdendo di fatto la propria cattedra. Tutto ciò si ripercuote sui livelli di competenza erogati dall’istruzione tecnica, in un momento particolare, dove lo sviluppo tecnologico sembra essere la strada obbligata per la tanto auspicata ripresa economica.
Una ricetta per riequilibrare questo dannoso vuoto di competenze tecniche, potrebbe essere il consolidamento degli ITS ed il conseguente recupero delle competenze perse per i troppi ingegneri andati in soprannumero. Gli ITS (Istituti Tecnici Superiori) sono “scuole speciali di tecnologia”, costituiscono un canale formativo di livello post secondario, parallelo ai percorsi accademici. 
Questi istituti sono stati concepiti ed organizzati per formare tecnici superiori nelle aree tecnologiche strategiche per lo sviluppo economico e la competitività del nostro Paese, infatti, si costituiscono secondo la forma della Fondazione di partecipazione che comprende scuole, enti di formazione, imprese, università e centri di ricerca, enti locali. Il nostro sistema di istruzione tecnica, che è sostanzialmente orientato alla formazione di competenze generaliste (Università), necessita di un incremento dell’ istruzione terziaria di tipo B, già diffusa in molti paesi europei come Germania, Svizzera, Spagna e Regno Unito. 
L’istruzione terziaria di tipo B dovrebbe essere incentivata di più in Italia, dove l’istruzione secondaria si basa sulla presenza di scuole generaliste e scuole tecniche, con sistemi di alternanza scuola-lavoro ancora da ottimizzare. 
Un modello da seguire potrebbe essere quello tedesco dei Fachhochschulen, istituti d’istruzione e formazione tecnica superiore che erogano esclusivamente titoli di studio equiparati a quelli universitari di primo livello. In Germania la formazione terziaria avanzata (Master e Dottorati) rimane prerogativa delle Università, anche se molte aziende preferiscono assumere nuovo personale laureato nelle Fachhochschulen invece che nelle normali Università.

Aldo Domenico Ficara

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