Da anni si fanno degli studi, nei paesi Ocse, sulla capacità degli adulti di comprendere testi semplici: istruzioni di elettrodomestici, guide turistiche, manuali, articoli di cronaca dei giornali … Gli italiani sono agli ultimi posti, nonostante i risultati più che buoni di scolari e studenti italiani nelle prove di comprensione di testi fino ai primi anni della scuola secondaria di secondo grado.
Gli adulti italiani, evidentemente, perdono allenamento e capacità.
Cosa serve per ovviare, fin dal tempo della scuola primaria, a questi limiti?
Più lettura e comprensione dei testi, più letteratura, corsivo, dettati e correttezza ortografica, piacere della scrittura, poesie (anche a memoria, senza esagerare).
Biblioteche di classe, schede di comprensione dei testi letti, riassunti, prendere appunti, ricerche dai libri e da internet. Lotta alla dislessia, controlli della vista per i bimbi in età scolare.
Tutto abbastanza ovvio, ma non scontato. Sforzo degli insegnanti perché “nessuno rimanga indietro”.
Avvio al lavorare in gruppo, anche nella produzione linguistica (che è comunque importante anche in forma individuale)
Poi c’è un altro problema, la valutazione. Che va fatta in molti modi, e serve soprattutto per “aggiustare” il lavoro del docente.
Il nodo di tutto è l’economia, vivere la scuola come un investimento e non come un costo, assicurare la possibilità di avere non solo efficienti laboratori informatici – che sono necessari – ma anche di avere contemporaneità orarie per svolgere attività di piccolo gruppo, o anche a livello individuale, particolarmente necessarie nell’apprendimento linguistico. È un nodo questo di fronte al quale non si può dire “Non ce lo possiamo permettere”.