Secondo una ricerca dell’Università di Padova i bambini cresciuti in case piene di libri tendono a guadagnare di più da grandi, rispetto agli altri.
Un team di esperti ha esaminato 6mila uomini nati in nove Paesi europei a metà XX secolo e divisi in gruppi sulla base del quantitativo di volumi presenti nelle loro case: meno di 10 libri, una mensola di libri, una libreria con fino a 100 libri, due librerie o più di due librerie.
I ricercatori hanno stimato poi l’effetto dell’istruzione sui guadagni di una vita, «distinguendo tra persone che vivevano in aree urbane o rurali da piccoli, e tra soggetti che avevano accesso a pochi o a molti libri in casa all’età di 10 anni».
Così si è scoperto che un anno in più di frequenza scolastica ha aumentato le entrate medie nel corso della vita del 9%.
E come se non bastasse, scrive La Stampa, gli uomini cresciuti in case dove i libri erano davvero pochi hanno registrato un aumento delle entrate di solo il 5% per ogni anno di istruzione extra, mentre quelli che da bambini avevano avuto a disposizione un gran numero di libri la percentuale di guadagno è stata del 21% per ogni anno di istruzione aggiuntivo.
Inoltre, i soggetti che da piccoli avevano più libri a disposizione sono risultati anche più inclini a spostarsi in cerca di opportunità migliori, rispetto a quelli con meno volumi in casa.
«Forse i libri contano perché incoraggiano i bambini a leggere di più, e la lettura può avere effetti positivi sulla performance scolastica», dicono gli studiosi.
In alternativa, una casa piena di libri indica condizioni socio-economiche vantaggiose».