Mentre continua la propaganda del governo sulle risorse che verranno, viene fuori l’amara realtà: per il prossimo anno scolastico meno insegnanti, meno personale amministrativo e ausiliario. Questo ci dicono, al di là degli slogan, le cifre messe nero su bianco dal MIUR in queste ore. Saranno esattamente 2.145 i docenti in meno rispetto a quelli in servizio nell’anno appena concluso. Altro che sfoltimento delle classi pollaio, altro che potenziamento dell’offerta formativa! Le nostre scuole, già oggi costrette a rendere con grande fatica il loro servizio, si troveranno a farvi fronte con ulteriori difficoltà.
Stessa musica sul versante del personale amministrativo e ausiliario, anch’esso destinato a subire un taglio di oltre 2.000 posti. Anche qui, a danno di un efficace servizio di supporto alla didattica, e con un notevole appesantimento del lavoro per gli uffici a cui vengono attribuite sempre maggiori e complesse incombenze. È in questo il modo che si intende rilanciare e rafforzare l’autonomia delle scuole?
Davvero clamoroso e sconcertante, ancora una volta, lo scarto tra quanto il governo continua a predicare e le scelte che compie sul piano dell’iniziativa legislativa e amministrativa, sordo a ogni richiamo, indifferente al dissenso che anche oggi, ancora una volta, il mondo della scuola esprime in modo pressoché unanime.
Al “governo del fare”, chiediamo che faccia finalmente una cosa sensata: dia subito alla scuola pubblica italiana almeno le stesse risorse di personale con cui ha funzionato quest’anno. Invece di promettere la luna, cominci intanto a interrompere la sciagurata tradizione dei tagli, che invece si conferma ancora una volta, al di là degli slogan a cui ormai non crede davvero più nessuno.
Così in una nota il segretario generale dalla Cisl Scuola, Francesco Scrima