Le parole pronunciate da Zingaretti e da altri esponenti del Partito democratico all’Assemblea dem con il mondo della scuola sono indubbiamente interessanti, ma vanno anche analizzate con attenzione anche se la prima impressione è che Zingaretti voglia cercare di attirare i consensi di tanti, forse di troppi.
Zingaretti ha aperto il suo intervento con una affermazione importante che delinea un vero e proprio progetto politico di ampia portata: “C’è bisogno di altro modello di sviluppo che abbia al centro la scuola e la formazione”.
Poi è passato a parlare della totale gratuità della formazione, dagli asili nido fino all’Università (ma poi ha subito precisato che questa misura sarebbe destinata solo ad alunni e studenti appartenenti a famiglie con “redditi medio bassi”).
E con l’intento, forse, di strappare l’applauso dei sindacati e della Cgil in particolare il segretario del PD ha aggiunto: “Ragioniamo fino a dove portare l’obbligatorietà, dal nido ai 18 anni, ragioniamoci, su questo c’è un dibattito”.
E, giusto per riscuotere consensi anche da Beppe Grillo e dai fans della “democrazia digitale”, si è lasciato andare anche ad un’altra considerazione inaspettata: “Lo strumento digitale ha consentito di coinvolgere un numero di persone che forse non saremmo riusciti a far partecipare con i metodi tradizionali”.
Zingaretti si sta convertendo, almeno parzialmente, all’idea della democrazia diretta gestita nelle piazze virtuali? Forse no, ma certamente l’affermazione va tenuta in considerazione.
Il segretario sembra aver voluto strizzare l’occhio anche ad Azzolina e ad altri 5S che dall’inizio della legislatura stanno scalpitando, senza ottenere grandi risultati, per arrivare ad una consistente riduzione del numero di alunni per classe.
Intervenendo nel dibattito Valeria Fedeli ha sottolineato che va incrementata “la spesa corrente per garantire investimenti in infrastrutture immateriali, cioè personale e formazione attraverso la Legge di Bilancio”, anche se non è ben chiaro a quale legge di bilancio si riferisca Fedeli, dal momento che quella per il 2021 è già stata scritta ed è ormai in dirittura d’arrivo. Fra pochissimi giorni arriverà all’aula della Camera e non ci sembra che – al momento – ci siano le condizioni per un cambio di passo epocale in materia di politiche scolastiche.
Le dichiarazioni di Zingaretti e di altri esponenti dem sono insomma interessanti e non vanno sottovalutate, ma non bisogna dimenticare che il ministro dell’Economia è esattamente un uomo del PD.
Purtroppo alle volte accade che anche esponenti politici di un partito di maggioranza parlino come se fossero all’opposizione rivendicando impegni che il loro stesso governo dovrebbe assicurare (ma, per la verità, va detto che questo vizio, in politica, è piuttosto diffuso e non è certo appannaggio di chi è in maggioranza in questo momento).
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