In piena campagna elettorale, poco meno di 6 mesi fa, il PD annunciava: “Tagliamo l’acquisto di cacciabombardieri F35 e di armamento e utilizziamo quelle risorse, insieme ai fondi strutturali europei, per un piano straordinario di investimenti che consenta a Regioni, Province e Comuni di mettere in sicurezza scuole e ospedali, di avviare piani di recupero ambientale e progetti per la mobilità urbana”.
Il titolo con cui veniva presentato questo capitolo del programma era inequivocabile: “Scuole e ospedali messi in sicurezza e nuovo lavoro in tutta Italia al posto dei cacciabombardieri”.
Probabilmente in questi mesi deve essere cambiato qualcosa tanto che gli F35 sono diventati “cosa buona e giusta” anche per il partito di Epifani.
Proprio nella giornata del 26 giugno, infatti, la Camera ha votato a larga maggioranza una mozione che, di fatto, sospende solo parzialmente gli acquisti dei cacciabombardieri.
In mattinata il PD aveva predisposto una mozione in cui si prevedeva di “non procedere a nessuna fase di acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito”.
Poche ore dopo, però, la Camera ha votato un testo diverso per una sola, significativa, parola: “non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito”.
La differenza non è da poco perché in tal modo il Governo potrà perfezionale l’acquisto di 3 F35 già “prenotati”, per una spesa di almeno un miliardo di euro (basterebbe una somma di poco superiore per garantire il rinnovo del contratto del comparto scuola).
E così, almeno per ora, la scuola dovrà ancora aspettare.
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