L’Ufficio scolastico regionale del Piemonte, consapevole del fatto che ogni scuola ha proprie particolarità, incrociando una serie di parametri, ha stilato una classifica delle scuole più “difficili” per ricompensare, gratificandolo, il dirigente.
E così, in accordo con i sindacati, ha fissato alcuni criteri, come il numero di allievi disabili, la quota di studenti stranieri e di rom, insieme al numero di laboratori e di sedi.
Uno degli indici presi in considerazione, riporta Repubblica, riguarda il “contesto territoriale”, come la massiccia presenza di allievi non italiani.
La classifica può anche essere letta al rovescio: dagli istituti più semplici da gestire a quelli più complessi per numero di alunni per esempio visto che si va da scuole con meno di 350 studenti a 1500 e oltre.
Fra l’altro ai presidi è stata data la possibilità di chiedere eventuali modifiche alla tabella, nel caso in cui riscontrassero errori nei dati. Dopodiché verranno create quattro fasce e ciascuna corrisponderà a un bonus sullo stipendio di entità differente.
Per avere un’idea, riporta sempre Repubblica, nell’anno 2013-14 i presidi della scuole più “semplici” prendevano circa 6 mila euro lordi l’anno in più, mentre gli istituti più complicati ne garantivano quasi 13 mila. Le cifre per l’anno che si è appena concluso sono però ancora oggetto di trattativa tra l’Usr e i sindacati.
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L’accordo tuttavia ancora non è stato formalizzato in via definitiva e per questo i presidi piemontesi lamentano un mancato guadagno che in alcuni casi arriva anche a 5 mila euro lordi sul triennio. Ora i dirigenti contano di ottenere qualche soldo in più, prima di tuffarsi in una nuova trattativa. Finora una parte di questo denaro extra era costituita anche dal “premio”, che veniva calcolato in automatico in base alla complessità della scuola. Adesso invece si inizia a parlare di valutazione dei presidi, dunque un pezzo di stipendio verrà slegato dal resto e assegnato in base alle performance di ciascun dirigente.
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