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Più soldi e niente lavoro a casa: ecco come deve essere il contratto scuola

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La trattativa per il rinnovo del contratto scuola continua anche se le parti sono molto distanti dall’accordo. Nelle ultime ore la polemica è esplosa riguardo la possibilità di un aumento delle ore di lavoro dei docenti.

Come già segnalato da La Tecnica della Scuola, oltre a voler ritoccare le sanzioni disciplinari, inglobare ulteriori compiti nelle ore aggiuntive obbligatorie alla didattica frontale, se non addirittura aumentare l’orario di lavoro, nella bozza di modifica consegnata dall’Aran ai sindacati sarebbe presente un’ulteriore novità peggiorativa per i lavoratori della scuola: rivedere le modalità di assegnazione dei giorni di permesso annui.

Sulla nostra pagina Facebook ha letteralmente spopolato l’appello del prof. Fabio Macchia, il quale ha lanciato una provocazione: in cambio delle 36 ore di lavoro, l’Aran deve promettere di inserire una serie di misure a favore degli insegnanti: dal pagamento delle ore aggiuntive fino addirittura al bidet nei bagni degli edifici scolastici.

Come era prevedibile, la lettera ha suscitato diverse reazioni. C’è il lettore che rivendica l’unicità del proprio lavoro

o ancora quello che chiede una diversificazione degli stipendi dei docenti in base all’impiego orario.

“Io voglio uno stipendio da docente e non da impiegato”, scrive arrabbiato un lettore.

Poi c’è chi si chiede se l’autore della lettera si sia posto il problema della qualità dell’insegnamento.

C’è chi addirittura chiede che vengano pubblicati tutti i cedolini degli impiegati statali. Una richiesta che riscuote successo.

Ovviamente, c’è chi è d’accordo con la lettera

Ma c’è anche qualche voce critica