Riccardo Canesi (SOS Geografia) e Riccardo Morri (AIIG), nel corso dell’incontro al Miur con Carmela Palumbo, Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, hanno richiamato la necessità di tutelare i diritti acquisiti e salvaguardare la titolarità dell’insegnamento per le docenti e per i docenti della classe di concorso A-21, nel rispetto delle normative vigenti e dei provvedimenti adottati al tal fine dallo stesso Miur.
Palumbo si è impegnata a redigere e inviare agli Uffici periferici del Ministero una nuova nota esplicativa, richiamando al rispetto degli ordinamenti in vigore, confermando, ad esempio, l’impossibilità di derogare alla presenza della seconda ora di geografia nel secondo anno degli Istituti professionali, per un totale di 66 ore di insegnamento nel biennio. Sono inoltre state presentate le diverse segnalazioni relative ad assegnazioni “illegittime” di ore di insegnamento di geografia, che il Capo Dipartimento si è detta disponibile a valutare per poter quindi intervenire nei casi di accertate irregolarità.
Ampia convergenza si è registrata sul ruolo ineludibile dell’educazione geografica, che per la sua funzione didattica strategica è patrimonio comune del sistema scolastico e universitario italiani e come tale deve trovare un adeguato riconoscimento nell’offerta formativa, sia in termini di ore da riservare al suo insegnamento sia nella preparazione specifica delle docenti e dei docenti cui affidare la responsabilità di tale insegnamento.
La seconda potenza manifatturiera ed agro-alimentare d’Europa, la quinta potenza turistica mondiale, il Paese con il più alto numero di siti UNESCO, il decimo esportatore nel mondo dovrebbe avere l’obbligo di offrire ai propri giovani un’adeguata cultura geografica.
È stato quindi presentato un documento con una serie di proposte che consentirebbero, se gradualmente introdotte, di soddisfare in maniera adeguata non solo ai bisogni formativi di studenti e delle loro famiglie ma anche alla generale domanda di conoscenza geografica cui la società civile italiana chiede, sempre più spesso, alle Istituzioni di rispondere. Tale documento, nello specifico, riguarda:
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