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“Piuttosto che” invece di “oppure”: ingiustificato e scorretto

Marco Biffi, professore di Linguistica italiana all’Università di Firenze e responsabile web dell’Accademia della Crusca, è molto chiaro: “Usare piuttosto che con valore disgiuntivo, cioè nel senso di oppure introduce un’ambiguità, e quindi in un certo senso aumenta l’entropia della grammatica italiana per usare un termine della fisica”.

La locuzione piuttosto che è antica e già nel Duecento aveva il significato di “invece di”, “anziché”. Questo valore disgiuntivo, si legge sulla Nazione dove è intervenuto il prof Biffi,  è rimasto intatto fino a quando, all’inizio del nuovo millennio, nella lingua parlata, abbiamo iniziato a usarlo in maniera impropria come sinonimo di oppure. “Un fenomeno recente, nato al Nord in un contesto socio-economico che potremmo identificare con la cosiddetta “Milano da bere. Questa origine ha fatto sì che quello che di fatto per la grammatica è un errore venisse percepito come un modo di esprimersi più elegante, vincente, alla moda, un modo per dichiarare l’appartenenza a un certo gruppo sociale. Così è iniziata la sua diffusione”.

 “Il problema” aggiunge Biffi, “è che non si tratta di una trasformazione della lingua che in qualche modo completa l’evoluzione dal latino all’italiano, come avviene per molti altri tratti diventati frequenti nell’uso recente della nostra lingua, ma di un’innovazione che porta scompiglio nel sistema grammaticale perché con il diffondersi di questo uso non è più possibile avere la certezza se chi dice piuttosto che intenda esprimere una scelta – come vuole la grammatica – o una semplice alternativa”. 

Sembra che a cercare di mettere le cose a posto ci stia pensando il cantante Lorenzo Baglioni che dopo “Il congiuntivo” e “L’apostrofo”,  ha lanciato la suanuova canzone didattica dal titolo “Piuttosto che”, il cui video ha già raggiunto oltre 900mila visualizzazioni. La canzone, a ritmo dance spiega chiaramente che “Piuttosto che non vuol dire oppure”. 

Pasquale Almirante

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