L’accusa è di estorsione continuata, che come si vede va anche ben al di là del bullismo, mentre l’indagine è partita dalla denuncia del padre del ragazzo dell’istituto professionale Boris Giuliano, il quale in “cambio di protezione”, dava, in forma dunque di pizzo, oro di proprietà dei genitori al suo aguzzino. La minaccia era che “lo avrebbe scassato a legnate” e così il ragazzo “protetto” avrebbe consegnato dal settembre 2011 al febbraio 2012, oggetti preziosi per un valore complessivo di 8.000 euro. Il padre dello studente minacciato, dopo aver notato la scomparsa dei gioielli di famiglia, ha piazzato una telecamera nella stanza da letto e ha scoperto che il “ladro” era il figlio. Il ragazzo ha confessato in lacrime ai genitori le intimidazioni dell’aspirante mafioso che lo minacciava di punirlo se avesse parlato con qualcuno del loro “patto”. Un accordo che aveva fatto arrivare nelle tasche dell’estorsore 5 collane e 5 bracciali in oro giallo, 2 fedi nuziali e 2 anelli da uomo, 2 spille in oro giallo e 3 ferma cravatte.
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