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Plagio, il “lato oscuro” di Internet

Già nel 2001 uno studio effettuato nei paesi nordici e anglosassoni aveva fornito risultati inquietanti: il 41% degli studenti liceali e universitari intervistati aveva dichiarato di copiare compiti, relazioni, tesi, trovati belli e pronti su siti internet compiacenti. La stessa inchiesta, due anni prima, si era conclusa con un più accettabile 10%. Scendendo di latitudine, il risultato non cambia. In Francia, due alunni su tre – secondo un sondaggio realizzato qualche mese fa – dichiarano di ricorrere al “copia-incolla” da Internet per svolgere i compiti di scuola, precisando che in quasi tutti i compiti consegnati c’è almeno un passo copiato per intero da Internet. La mancanza di tempo e la semplificazione del lavoro sono due tra le “motivazioni” addotte per giustificare l’uso scorretto della grande rete, che mostra così uno dei suoi lati oscuri. Simmetricamente, il 90% dei docenti sentiti nel corso dell’inchiesta ha confermato di essersi confrontato più volte con il problema del plagio. Ma c’è già chi combatte contro questa tendenza dilagante, e siccome solo l’informatica può combattere contro se stessa, arriva da un’azienda del settore la soluzione che turba i sogni degli studenti francesi: si chiama compilatio.net, ed è un programma che consente di scoprire in tempo reale se un compito è stato copiato per intero o contiene parti incollate da Internet. Le scuole e le università che intendono usufruire di questo servizio non hanno che da sottoscrivere un abbonamento con la società produttrice del programma. In seguito, il docente che dovesse entrare in possesso di un compito che “puzza” di copiatura, potrà inviarlo e ricevere dagli addetti una risposta nel giro di quindici minuti. Insomma, pare che la pacchia sia proprio finita.
 
 
Gabriele Ferrante

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