“Platone è per domani? Cronache scolastiche del XXI secolo” di Alessandro Salerno, Algra Editore, 14,00 €, è un bellissimo libro: ben scritto, lucidamente congegnato, ironico, sapiente, piacevole, interessante e perfino divertente, cosa abbastanza rara per questo genere di pubblicazioni.
Una avventura nella giungla della scuola vista attraverso gli occhi, l’esperienza, le vicissitudini, gli amori pedagogici e didattici, le lezioni frontali di un docente di filosofia alle prese coi suoi scolari. Ma non solo con loro: coi colleghi, i dirigenti, il personale e poi le peripezie dei viaggi per raggiungere il luogo di lavoro, le difficoltà con la burocrazia dei presidi, coi mancamenti dei ragazzi e le loro furbizie, mentre su tutto domina il senso del dovere per il proprio mestiere e la grande disponibilità e consapevolezza a fare dei propri alunni la classe dirigente di domani.
Colpisce questo libro perché l’ironia, che a pieni mani dentro è diffusa, non toglie una virgola alla serietà degli argomenti, della didattica, dei viaggi di istruzione, della logistica e soprattutto della grande voglia di rendere quei giovani virgulti uomini e donne, consapevoli del prossimo ruolo che dovranno affrontare nel mondo, nella società, con se stessi, anche in termini di libertà, coscienza, cittadinanza .
E così, la materia che questo dottissimo professore di filosofia insegna, non ha nulla della possibie saccenteria ma si immerge con immediata simpatica osservazione dentro la capacità di collegare, disciplinare, indirizzare, collegare col resto del mondo e con la giusta dose di paziente volontà e disponibilità nel farlo.
Un libro tosto per chi è strafottente e un libro di danza classica per chi nella scuola ha dato tutto ciò di cui disponeva al di là degli stipendi, delle carenze, delle fatiche, delle delusioni come le inutilità di certi collegi, di certe riunioni e così via.
Appaiono invece le freschezze curiose e appaganti dei ragazzi, anche di quelli a cui la scuola non piace, dei soliti noti, ma che per questo docente risultano ostacoli superabili, tanto da trasformare le sue lezioni, che non sono quelle cattedratiche della tradizione, in teatro dell’arte e dell’invenzione improvvisata al momento. Teatro rozzo e popolare che sa acchiappare l’attenzione perché sa dosare linguaggio e contenuto, argomento e materia.
Ma libro anche di didattica, di vita vissuta fra le classi e fra decine di studenti, mentre le generazioni cambiano, ma non quel mestiere che ha bisogno di adeguarsi certamente a seconda del teatro dove si esibisce, e della platea a cui si rivolge, non trascurando mai tuttavia la professionalità del grade artista.
Certo, da buon insegnante, il nostro autore capisce bene che bisogna intensificare gli sforzi per tenere sempre al centro “la persona, la relazione, la libertà, il dialogo, l’amore per il sapere”, senza lasciarsi prendere dalle sirene della ipertecnologia o dalla logica burocratica che sta irretendo la scuola a danno della didattica e del sapere.
Alessandro Salerno è docente catanese di filosofia, già autore di diverse pubblicazioni storico-filosofiche e letterarie. Insegna già da oltre vent’anni.
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