E’ un inno alla libertà della scuola e alla libertà dell’educazione il nuovo libro di Suor Anna Monia Alfieri “Il pluralismo educativo- una scelta ancora possibile” – Editrice Morcelliana- Scholè.
Dedicato agli studenti, perché possano essere formati alla libertà, alla conoscenza e alla responsabilità, il volume ha come destinatari i Ministri, i Senatori, i Deputati, i Presidenti e gli Assessori regionali, perché, con animo sgombro da pregiudizi e scevro da ogni visione ideologica, abbiano il coraggio di individuare e introdurre riforme adeguate e funzionali al rispetto del diritto allo studio degli studenti, della libertà di scelta educativa dei genitori e della libertà dei docenti di scegliere dove insegnare.
Nell’esercizio di queste libertà si intrecciano i valori della democrazia, riconosciuta e sancita dalla Costituzione Italiana, della quale quest’anno ricordiamo i primi 75 anni.
Nel volume, con la prefazione di Dario Antiseri, che presenta un’Europa socratica nella mente e cristiana nella volontà, ”viene ribaltata la formula tradizionale usata da sempre “ senza oneri per lo Stato” con una rinnovata espressione, ricca di saggezza e di valori “senza alcuna discriminazione economica”. E’ questo un principio di democrazia e di rispetto dell’uguaglianza di cui tutti i cittadini hanno il diritto di fruire.
Suor Anna Monia Alfieri, che è stata insignita anche del titolo di Cavaliere della Repubblica, ha condotto per anni con tenacia e forte determinazione, questa battaglia, supportando con studi analitici e puntuali documentazioni le proposte e le richieste relative ad una parità scolastica efficace ed efficiente, nel rispetto degli studenti, dei genitori e dei docenti.
La scuola, infatti, non può limitarsi a trasmettere il “già pensato”, ma ha il compito di “insegnare a pensare” esercitando il senso critico e una qualificata e costruttiva educazione alla libertà.
L’Autrice afferma che “la scuola italiana, oggi come ieri, non è libera, perché può realmente scegliere la scuola per i propri figli solo il genitore che può permettersi di pagare, oltre alle tasse per un servizio di cui non si avvale, anche la retta se decide di iscrivere il proprio figlio presso una scuola paritaria che, in quanto tale, è pubblica, per definizione a norma di Legge”
La duplice articolazione del servizio scolastico, offerto dalle scuole statali e dalle scuole paritarie, giustifica l’attributo di “servizio pubblico” che compete alle due tipologie di istituzioni scolastiche, convergenti negli obiettivi educativi, orientati alla crescita integrale dell’alunno-persona e alla formazione dell’uomo e del cittadino.
Dopo aver attraversato il tunnel del Covid, che ha comportato anche la didattica a distanza, pesante battuta di arresto nel processo di crescita educativa, ed ha ulteriormente alimentato le disparità sociali, la deprivazione culturale e la dispersione scolastica, il cammino da intraprendere è quello di attivare un “sistema integrato” tra scuole paritarie libere e scuole statali autonome.
Gli aggettivi qualificano e connotano le due realtà culturali e sociali di servizio pubblico e nel volume vengono elencate le “soluzioni possibili” di carattere strutturale per la scuola italiana, assegnando una reale autonomia organizzativa, e didattica alle quarantamila scuole statali; garantendo alle dodicimila scuole paritarie libertà di scelta educativa senza dover pagare due volte le tasse per l’istruzione dei figli, aiutando anche la fasce più povere e più fragili.
Dal pluralismo educativo scaturisce il rinnovamento della scuola e della società ed in una recente intervista Suor Anna Monia Alfieri ha chiarito che “pluralismo educativo significa costruire un sistema scolastico all’interno del quale i genitori, in virtù del loro diritto precipuo di educare la prole e in ragione del fatto che, in quanto cittadini, pagano le tasse, possono scegliere liberamente, ossia a costo zero, la scuola per i loro figli”.
“L’istruzione – aggiunge suor Alfieri -è un servizio pubblico, indipendentemente da chi lo gestisce. Pertanto alle famiglie dovrebbe essere garantita una quota capitaria da spendere per l’istruzione dei figli presso una scuola pubblica, statale o paritaria, in una attenta rendicontazione”.
I benefici di tale interazione sono da ritrovare nell’aumento dei livelli di apprendimento, in linea con gli standard europei, nel miglioramento della tenuta sociale dei territori economicamente e socialmente più fragili, nell’ innalzamento della qualità della vita.
Il messaggio dell’Autrice non è quello di dare denari alle scuole dei ricchi, ma di sostenere le scuole paritarie (e molte sono state costrette a chiudere), affinché, svolgendo un servizio pubblico, nel rispetto della libertà educativa dei genitori, possano accogliere anche studenti e disabili” senza alcuna discriminazione economica”.
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