Una questione complessa balzata agli onori della cronaca dopo l’attacco del sindacato Flc-Cgil. Il dirigente scolastico di una scuola della provincia di Benevento avrebbe sottoscritto un protocollo con il sindaco per risolvere la problematica legata all’unica pluriclasse della scuola primaria con l’intento, si legge, di “ottemperare al soddisfacimento del diritto allo studio” per gli alunni in questione.
Il sindaco, spiega la sigla sindacale, pubblicizza e rivendica con orgoglio e soddisfazione il successo del protocollo “che mira al buon funzionamento delle attività educative e didattiche attraverso lo sdoppiamento della pluriclasse in due gruppi distinti per età grazie alla compresenza di una docente volontaria per quattro ore settimanali”.
Da qui la critica di Flc-Cgil, che trova quest’idea inammissibile: “Solo chi non conosce neanche le basi dell’ordinamento legislativo (non specificatamente quella scolastico, ancora più complesso) può pensare di risolvere il complesso puzzle dell’offerta formativa con una trovata che non ha nulla di giuridicamente corretto e, quindi, di ammissibile. Rappresentanti di istituzioni pubbliche, Sindaco-Deputato e Dirigente Scolastico sottoscrivono un protocollo che impegna un lavoratore-docente a offrire la propria attività lavorativa gratuitamente (torneremo alla schiavitù?) con gravi implicazioni anche di responsabilità a nostro parere”.
Il primo cittadino illustra la soluzione escogitata che servirebbe appunto a suo dire a “garantire il diritto allo studio di tutti i bambini, assicurando il funzionamento didattico della scuola, migliorando la qualità dell’attività didattica, ponendo attenzione al recupero e al potenziamento delle conoscenze, abilità e competenze per ciascun alunno, rispondendo in modo adeguato ai bisogni educativi degli alunni rispettando i tempi ed i ritmi di apprendimento di ognuno di loro. Le ore dei docenti assegnate non sono sufficienti per consentire un lavoro più attento di monoclasse”.
Ecco la replica del sindacato: “Peccato che mostri così di non aver mai ascoltato finora le grida di allarme provenienti dagli ambienti scolastici e delle organizzazioni sindacali di comparto sugli effetti disastrosi dello spopolamento, della desertificazione e del calo demografico della popolazione scolastica in atto nella nostra provincia. Se lo avesse fatto saprebbe forse che gli uffici scolastici, provinciali e regionali, operano in base alla legislazione vigente e attribuiscono gli organici docenti ed ata in base ai numeri, per meglio dire in base al numero degli alunni che frequentano quella scuola e se questi sono così bassi (11 alunni dalla prima alla quinta) l’organico non può che prevedere quelle ore di tempo scuola. Una logica di soli parametri numerici che noi da tempo contestiamo ritenendola non sufficiente ed esaustiva nel tenere conto di variabili diverse e significanti e non ci stanchiamo di chiedere che venga modificata”.
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