Sulla attualità della questione delle piccole scuole e delle pluriclassi abbiamo già scritto nei giorni scorsi riportando il punto di vista di due ricercatrici dell’Indire, Laura Parigi e Giuseppina Mangione, che di recente hanno pubblicato due volumi dedicati all’argomento con gli esiti di una ricerca che svolgono da anni.
Il tema è ampio e complesso e le considerazioni già esposte non esauriscono la problematica.
E così alle due ricercatrici abbiamo posto ancora altre domande.
Gli organici delle nostre scuole primarie sono costruiti in modo rigido e vengono calcolati rispetto al numero delle classi, che a loro volta fanno riferimento all’età degli alunni. Si potrebbe pensare a un modello diverso in modo da favorire modalità organizzative diverse?
Probabilmente occorrerebbe ripensare l’assegnazione dell’organico nelle pluriclassi in relazione a quale forma di scuola multigrade il plesso si ispira. La ricerca condotta ci ha permesso di comprendere come a livello internazionale vi siano alcune forme prevalenti (esempio multietà e multilivello) e alcune forme di più recente sperimentazione, come le “classi di stage”.
Ad esempio, nelle classi multietà (spesso dette anche “classi non classificate”) gli studenti non hanno alcun legame ufficiale con un particolare livello scolastico.
In questo modello l’istruzione è “student centered”: ciò vuol dire che occorre ripianificare l’organico in modo da garantire una progettazione di esperienze di apprendimento che riconoscono e rispondono ai bisogni individuali di ogni studente.
E quindi che tipo di organizzazione viene attuata?
Nelle classi multilivello gli studenti normalmente mantengono la loro appartenenza a uno specifico livello e l’insegnante nel fare didattica segue i programmi specifici e si avvale di libri di testo adeguati a ciascun livello presente in aula.
Di conseguenza l’organico deve essere ripensato in modo da avere anche più docenti in grado pianificare un’azione didattica capace di incontrare i diversi gradi e discipline che rispondono a differenti curricoli in un arco temporale non differente da quello a disposizione di chi insegna in una classe di livello comune.
Avete parlato anche di “classi di stage”, di cosa si tratta?
In alcune zone dell’Australia (in particolare nello stato del New South Wales) è presente una particolare tipologia di classe multigrado definita classe multi-stage o classe di stage.
Sono classi organizzate su fasi o “stage” previsti per il raggiungimento di specifiche competenze e abilità.
Le classi nello Stage 1 sono composte da infanzia, anno I e anno II della scuola primaria; le classi nello Stage 2 sono composte da studenti degli anni III e IV della primaria; nello Stage 3 sono composte da studenti che rientrano negli anni V e VI.
Con quale scopo?
L’obiettivo è quello di superare il modello monogrado e lavorare per fasi di sviluppo dell’apprendimento valorizzando i benefici associati al multigrade. Laddove in Italia si dovessero sperimentare anche queste forme di multigrado allora l’organico va assegnato pensando ad un tempo scuola esteso proprio perché lo studente può impiegare più tempo per raggiungere il risultato associato a un livello scolastico. Ragionare per forme di multigrado potrebbe essere una via da intraprendere per ripensare l’assegnazione degli organici nelle piccole scuole con pluriclassi.
La vostra ricerca vi porta a concludere che “piccolo è bello”?
La ricerca condotta da INDIRE ha potuto mostrare negli anni che le piccole scuole possono costituire un’opportunità di sviluppo e qualificazione dell’offerta formativa, sfidando il sistema educativo a ripensare i suoi modelli e le sue pratiche. Tra i punti di forza delle piccole scuole, si possono annoverare la possibilità di lavorare in una prospettiva di unitarietà del sapere e di trasversalità delle competenze, di garantire un presidio di convivenza democratica e di educazione alla cittadinanza attiva, di integrazione del patrimonio identitario e culturale del territorio nella progettazione curricolare accordando le discipline con tematiche trasversali e attuali, come l’educazione ambientale o la cittadinanza globale, di accelerazione nell’integrazione delle tecnologie per sostenere situazioni di emergenza e garantire la continuità educativa.
Ma ci sono anche problemi di non poco conto…
Le piccole scuole sono esposte a fattori di rischio che possono incidere negativamente sulla qualità dell’offerta formativa e sui processi di insegnamento-apprendimento. Tra questi l’isolamento culturale e geografico e la dispersione formativa dei docenti che limitano le opportunità di aggiornamento, confronto e supporto professionale necessari per affrontare le sfide didattiche tipiche di queste realtà, come la gestione della pluriclasse o la realizzazione di forme di didattica aperta e in rete. Inoltre, le azioni di dimensionamento e chiusura dei punti di erogazione del servizio educativo possono generare costi e svantaggi sia economici che sociali, quali l’aumento delle spese di trasporto, la riduzione del coinvolgimento familiare, la minore possibilità di scelta delle sedi scolastiche e altri effetti negativi sul capitale sociale dei territori.
Quante sono le scuole che attualmente fanno parte della vostra rete?
Oggi il Movimento Nazionale delle Piccole Scuole è una Rete che accoglie più di 500 Istituti Comprensivi e Omnicomprensivi, 3.200 piccoli plessi, 38.807 docenti e 275.687 alunni, distribuiti su tutto il territorio nazionale. Le pluriclassi iscritte sono 920 e sono coinvolte in numerose iniziative di formazione, documentazione e sperimentazione,
Come fare per farne parte?
Per Iscriversi al Movimento Nazionale il Dirigente Scolastico o un suo Delegato possono accedere alla sezione “Aderisci al Movimento” (https://piccolescuole.indire.it/il-movimento/aderisci/) e compilare un semplice form in cui indicare non solo l’istituto ma anche i plessi che si intendono iscrivere. In tal modo si entra subito a far parte della rete nazionale di Piccole Scuole. La scuola verrà anche registrata sulla mappa nazionale e potrà essere visualizzata da tutte le altre piccole scuole iscritte in modo da poter facilitare le occasioni di collaborazione, scambio e visiting formativo.
La Rete Nazionale permette alle scuole non solo di dialogare anche con altre Reti internazionali con cui INDIRE collabora ma anche prendere parte a indagini europee proposte dallo Special Interest Group di EUN dedicato alle “Small and rural schools” con l’obiettivo di comprenderne bisogni e individuare azioni comuni.
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