Come abbiamo più volte riferito, il bando per la realizzazione degli asili nido, che nelle intenzioni dei ministri Bianchi, Carfagna e Bonetti, avrebbe dovuto riequilibrare nel Paese la distribuzione dei servizi per l’infanzia, attualmente carenti nel sud Italia, con l’obiettivo di arrivare a una copertura del 33% di posti disponibili come media nazionale, è stato prorogato al 31 marzo. Un allungamento dei tempi voluto dal titolare di viale Trastevere a seguito del flop della prima pubblicazione, che ha visto richiesti solo la metà dei fondi disponibili: 1.2 miliardi di euro su 2.4.
L’obiettivo lo aveva già annunciato la ministra Carfagna durante la conferenza stampa che dava il via ai bandi: “Per la prima volta in legge di bilancio abbiamo definito e finanziato i livelli essenziali per le prestazioni degli asili nido. Quindi tutti i Comuni dal nord al sud dovranno garantire e assicurare dei livelli minimi, che corrispondono a 33 posti ogni 100 bambini residenti“. Un intervento – spiega la ministra – che mira ad equiparare tutte le regioni del nostro Paese sul fronte dei servizi per l’infanzia riducendo quei divari territoriali che si accumulano da decenni.
“Sul tasso di copertura degli asili nido si va da punte anche del 33 o del 34% in alcune regioni del centro nord, per scendere ben sotto il 14% in alcune regioni del mezzogiorno”. L’obiettivo del 33% di posti garantiti diventa quindi obiettivo nazionale.
Per le problematiche relative alla gestione dei nuovi nidi il ministro ha più volte rassicurato, citando i 900 milioni di euro per sostenere gli enti locali nella gestione degli asili nido. Una cifra, tuttavia, che non potrà coprire interamente la messa in funzione degli asili, criticità che potrebbe essere una delle cause di una richiesta di fondi inferiore alle disponibilità del bando.
Per spingere le domande il ministero dell’Istruzione ha organizzato incontri territoriali con il coinvolgimento delle Prefetture e la partecipazione della task force edilizia scolastica dell’Agenzia per la Coesione territoriale. La stessa task force – si legge nel comunicato del MI – offrirà supporto tecnico a Comuni con una copertura di servizi dedicati alla fascia 0-2 anni molto al di sotto dell’obiettivo europeo del 33%. Il supporto mirerà a stimolare la partecipazione e ad accompagnare gli uffici tecnici nella predisposizione della candidatura. I territori avranno a loro disposizione anche webinar organizzati in coordinamento con l’ANCI, l’Associazione dei Comuni italiani. Il primo si è già tenuto lo scorso 10 marzo e ha coinvolto i Comuni delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia e delle Province di Prato e Trieste, che non avevano fatto registrare candidature entro il 28 febbraio scorso. È confermato, inoltre, il servizio telefonico dedicato, il servizio mail, faq e chiarimenti, oltre che format specifici per guidare i Comuni nelle fasi della candidatura.
Con riferimento al prot. n. 48047 del 2 dicembre 2021 – si legge nell’avviso del ministero dell’Istruzione – I termini per la presentazione delle candidature, esclusivamente per la “realizzazione di asili nido e servizi integrativi, comprese le sezioni primavera”, sono stati differiti al 31 marzo 2022.
Le modalità di inoltro delle candidature restano le medesime indicate nel citato avviso pubblico prot. n. 48047 del 2 dicembre 2021, esclusivamente attraverso il sistema informativo predisposto, accedendo al link del portale del Ministero dell’istruzione dedicato al Piano nazionale di
ripresa e resilienza.
L’avviso intende far crescere l’offerta di servizi educativi sia per la fascia 0-2 (asili nido), sia per la fascia 3-6 (scuole dell’infanzia), grazie alla realizzazione di nuovi spazi o alla messa in sicurezza di strutture già esistenti. Sono stati stanziati 2,4 miliardi di euro per gli asili nido e 600 milioni per le scuole dell’infanzia. L’avviso è aperto alla partecipazione di tutti i comuni.
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