Ben 6 riforme e 11 linee di investimento: questo è il programma di interventi previsti dal PNRR Italia Domani per la parte di competenza del Ministero dell’Istruzione.
Altre risorse arrivano alle scuole.
Altri milioni di euro ripartiti tra scuole con il Decreto 65 del 12/4/2023 “Decreto di riparto delle risorse alle istituzioni scolastiche in attuazione della linea di investimento 3.1 “Nuove competenze e nuovi linguaggi” nell’ambito della Missione 4 – Istruzione e Ricerca – Componente 1 – “Potenziamento dell’offerta dei servizi all’istruzione: dagli asili nido all’Università” del Piano nazionale di ripresa e resilienza finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU” e il Decreto 66 del 12/4/2023 “Decreto di riparto delle risorse alle istituzioni scolastiche in attuazione della linea di investimento 2.1 “Didattica digitale integrata e formazione alla transizione digitale per il personale scolastico” nell’ambito della Missione 4 – Istruzione e Ricerca – Componente 1 – “Potenziamento dell’offerta dei servizi all’istruzione: dagli asili nido all’Università” del Piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU”
Sono attribuite attraverso bandi che riguardano precisi obiettivi identificati attraverso target e milestones da raggiungere in tempi rigorosi e attraverso modalità scandite da steps amministrativi e contabili tipici per la gestione dei progetti finanziati.
Cosa comporta la gestione di tutte queste risorse per ogni singola istituzione scolastica?
Non stiamo forse rischiando di andare in burnout per eccesso di risorse da gestire, investire, monitorare e poi rendicontare? Perché oggi le istituzioni scolastiche si ritrovano notevoli risorse finanziarie senza servizi interni di supporto idonei e risorse professionali corrispondenti ai conseguenti carichi di lavoro.
Si costringono il ds, i suoi collaboratori e i “depotenziati” uffici amministrativi ad una mole imponente di lavoro per gestire risorse “imposte” a livello centrale solo in nome di una “sventolata” autonomia!
Le scuole si ritrovano obbligate a fare gare per l’acquisto di arredi da fornitori “specializzati” tutte nello stesso periodo con l’unico effetto di avere un incremento dei prezzi di quasi il 40% e l’impossibilità di prevedere una consegna certa visto il boom di richieste a livello nazionale avanzate da migliaia di istituti che hanno dovuto fare ognuno la propria gara/ordine/acquisto/collaudo/pagamento/rendicontazione.
I dirigenti scolastici, il DSGA, il personale ATA, le figure di middle management tutti in campo a cercare di realizzare ciò che il Ministero “impone” di fare senza tener conto delle condizioni nelle quali occorre fare cioè in una pseudoautonomia scolastica.
La scuola, diventata in pochissimi mesi tanto ricca per le risorse finanziarie europee vincolate nella spesa, resta immutata nelle sue risorse professionali!
Non possiamo non denunciare le seguenti criticità strutturali: l’assenza di un adeguato e competente personale negli uffici amministrativi, di DSGA titolari e in servizio in tutte le autonomie scolastiche, di un riconosciuto middle management scolastico capace di sostenere e coadiuvare il ds e gli uffici preposti nella programmazione, nella gestione, nel monitoraggio, nelle scelte strategiche così come prevedono le finalità del PNRR, di un numero adeguato di collaboratori scolastici, di una revisione di tutte quelle norme che limitano l’autonomia organizzativa oggi frenata nella sua potenzialità, di maggiori risorse dedicate al funzionamento organizzativo e didattico, dell’organico dell’autonomia congruo e rispettoso del PTOF e dell’autonomia didattica.
Allora ai collaboratori dei ds e alle figure di sistema di Ancodis impegnati nelle fasi di progettazione, di realizzazione, di monitoraggio e di rendicontazione delle risorse del PNRR compete svelare il grande trucco con un’operazione verità: siamo stanchi di continuare ad essere uno dei pilastri portanti della scuola al quale si chiede di fare il possibile e – spesso al limite dell’impossibile – per poter spendere le risorse del PNRR in una condizione di lavoro irrispettosa delle professionalità e delle competenze e discriminatoria nei confronti di coloro che sono capaci di mettere in campo un indiscusso contributo di esperienza spesso pluriennale per il raggiungimento degli obiettivi.
ANCODIS è fatta di uomini e donne che operano giorno per giorno nella scuola, la vivono, la supportano, ne conoscono le criticità e i punti di forza, la vedono travolta da decisioni vessatorie contro il personale scolastico tutto.
Lavora e si adopera con le proprie proposte per una autonomia reale e non surrogata che pare oggi essere tornata in auge per sopperire alle inefficienze degli enti locali (province in primis) e a livello centrale e che pare fare comodo a tanti.
Ancodis
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