Non è un buon inizio. A quanto pare le regioni del Sud non avrebbero risposto particolarmente bene al bando, finanziato con il Pnrr, relativo alla realizzazione degli asili nido, che avrebbe dovuto portare all’assunzione di migliaia di educatori ed educatrici ma soprattutto all’aumento dei posti-neonato entro i nidi. Ricordiamo che se al nord 33 bambini su 100 vengono accolti nelle relative strutture, al sud le cifre precipitano, a volte drammaticamente, sotto il 10%.
Il ministero, dunque, sposta la scadenza del bando dal 28 febbraio alle ore 15.00 del giorno 31 marzo 2022, tentando di rimediare a quello che sembra un flop con una strategia temporale. Ma è davvero una questione di tempo, il problema?
Insomma, quali le ragioni dell’insuccesso? Una procedura farraginosa? Troppi lacci? A questo proposito va detto che il ministero è intervenuto più volte con alcune FAQ di chiarimento, reperibili a questo link.
O forse il numero esiguo di istanze rappresenta una questione culturale legata al fatto che le regioni del Sud potrebbero non essere abituate a fare affidamento ai nidi per la gestione dei bambini piccolissimi?
L’avviso di proroga
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Con riferimento al prot. n. 48047 del 2 dicembre 2021 – si legge nell’avviso del ministero dell’Istruzione – I termini per la presentazione delle candidature, esclusivamente per la “realizzazione di asili nido e servizi integrativi, comprese le sezioni primavera”, sono stati differiti al 31 marzo 2022.
Le modalità di inoltro delle candidature restano le medesime indicate nel citato avviso pubblico prot. n. 48047 del 2 dicembre 2021, esclusivamente attraverso il sistema informativo predisposto, accedendo al seguente link del portale del Ministero dell’istruzione dedicato al Piano nazionale di
ripresa e resilienza https://pnrr.istruzione.it/
L’avviso intende far crescere l’offerta di servizi educativi sia per la fascia 0-2 (asili nido), sia per la fascia 3-6 (scuole dell’infanzia), grazie alla realizzazione di nuovi spazi o alla messa in sicurezza di strutture già esistenti. Sono stati stanziati 2,4 miliardi di euro per gli asili nido e 600 milioni per le scuole dell’infanzia. L’avviso è aperto alla partecipazione di tutti i comuni.
Quali livelli essenziali minimi per gli asili nido?
L’obiettivo lo aveva già annunciato la ministra Carfagna durante la conferenza stampa che dava il via ai bandi: “Per la prima volta in legge di bilancio abbiamo definito e finanziato i livelli essenziali per le prestazioni degli asili nido. Quindi tutti i Comuni dal nord al sud dovranno garantire a assicurare dei livelli minimi, che corrispondono a 33 posti ogni 100 bambini residenti“. Un intervento – spiega la ministra – che mira ad equiparare tutte le regioni del nostro Paese sul fronte dei servizi per l’infanzia riducendo quei divari territoriali che si accumulano da decenni.
“Sul tasso di copertura degli asili nido si va da punte anche del 33 o del 34% in alcune regioni del centro nord, per scendere ben sotto il 14% in alcune regioni del mezzogiorno”. L’obiettivo del 33% di posti garantiti diventa quindi obiettivo nazionale.