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Pnrr, Bianchi porta a 710mln di euro il fondo per la messa in sicurezza, circa 45mila euro a scuola: basterà?

Non saranno solo 5 miliardi ma 5,2 quelli destinati dal Pnrr alla prima tranche Istruzione, una differenza che dipende dall’incremento delle risorse sull’edilizia scolastica in termini di messa in sicurezza. Più soldi contro il degrado di certi edifici, anche protezione dei nostri alunni dagli eventi catastrofici quali i terremoti o gli eventi climatici estremi che già Catania, ad esempio, ha sperimentato nelle settimane scorse, con danni agli istituti, crollo di soffitti e conseguente didattica a distanza per gli alunni.

Come mai questa crescita delle risorse sugli edifici? Ricordiamo che un’indagine di Legambiente aveva rilevato che la precedente ipotesi di 500 milioni di euro per la messa in sicurezza avrebbe significato, di fatto, dotare le scuole di circa 30mila euro a edificio scolastico, considerando che il 40% delle nostre scuole richiede interventi di messa in sicurezza. Il passaggio dai 500 milioni ai 710, dunque, porterebbe la cifra stanziata per ogni scuola a 45mila euro, in ogni caso una quota non adeguata.

I primi 5,2 miliardi

Riepiloghiamo: ecco come verranno ripartiti i primi 5 miliardi (i bandi annunciati entro novembre):

  • 3 miliardi destinati a nuovi asili nido, aggiuntivi rispetto ai 700 milioni per progetti in essere e 900 milioni in conto corrente per sostenere gli enti nella gestione. 
  • 800 milioni per la costruzione di scuole nuove, altamente sostenibili e adeguate a una didattica innovativa per gli studenti dei prossimi decenni.
  • 710 milioni per la messa in sicurezza delle scuole esistenti.
  • 300 milioni per oltre 430.000 mq di nuove palestre per valorizzare le competenze legate all’attività motoria e sportiva, nonché aumentare l’offerta formativa oltre l’orario curricolare. 
  • 400 milioni per la costruzione e riqualificazione degli spazi dedicati alle mense, potente strumento per favorire l’attivazione del tempo pieno e la limitazione della dispersione scolastica in vista della prossima definizione e pubblicazione si avvierà un confronto con i territori e i soggetti interessati.

L’indagine di Legambiente

Torniamo all’indagine di Legambiente. Il ministro Bianchi aveva annunciato 500 milioni di euro per la messa in sicurezza. Ma quanto incide questa cifra sui singoli edifici? Secondo l’indagine di Legambiente, condotta su 7mila edifici, il 41% di essi necessita di manutenzione urgente. Estendendo questa proiezione a tutti i 40 mila edifici scolatici del nostro Paese, significherebbe che ogni istituto riceverebbe attorno ai 30mila euro, una cifra assolutamente irrisoria, si comprende dal rapporto.

Leggiamo infatti nel documento di Legambiente: Se questa cifra complessiva dovesse essere destinata al solo campione di 7.037 edifici preso in considerazione dalla nostra indagine, il cui fabbisogno di interventi di manutenzione urgente dichiarato dalle amministrazioni riguarda 2.885 edifici (41%), avremmo a disposizione 173.310 euro a edificio per vari tipi di ristrutturazione. Cifra certamente non elevata, considerato che le amministrazioni beneficiarie di fondi nazionali per l’edilizia scolastica nel 2020 vedono una media di investimento di 215.551 euro ad edificio e di ben 378.177 euro quelle che hanno usufruito di fondi regionali.
Se dovessimo, inoltre, prendere la media percentuale di edifici che necessitano di manutenzione urgente emersa dalla nostra indagine (41%) e la applicassimo al numero complessivo di edifici scolastici italiani, circa 40mila, le risorse destinate a ogni singolo edificio supererebbero di poco i 30mila euro.

Peraltro, leggiamo sempre sul rapporto: un 60% di scuole che insistono in area sismica 1 non sono state progettate o adeguate secondo la normativa tecnica di costruzione antisismica, percentuale che nella zona sismica 2 supera il 90%.

Oggi i 500 milioni di euro sono diventati 710 milioni: ne consegue che i 30 mila euro per scuola diventano circa 45mila. Le nostre conclusioni non possono essere troppo diverse da quelle tratte da Legambiente solo qualche mese fa.

Carla Virzì

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