Reclutamento

Pnrr, chiuso l’ultimo bando per gli asili nido. Nuovi educatori da assumere, ma con quali fondi?

Lo avevamo anticipato: le quote residue dei finanziamenti del Pnrr derivanti dalle richieste inevase relative agli avvisi sugli asili nido avrebbero comportato nuovi bandi. E così è stato.

Si è concluso il 31 maggio, infatti, l’ulteriore Avviso per gli asili nido destinato ai Comuni delle Regioni del Mezzogiorno, con priorità per le Regioni Basilicata, Molise e Sicilia, finanziato con risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per circa 70 mln residui.

Il ministero dell’Istruzione dichiara così conclusa definitivamente la procedura del PNRR per l’Istruzione 0-2 anni, con l’utilizzo completo dei 2,4 mld disponibili, e rispettando la percentuale del 55,29% di risorse prevista per il Sud.

Per l’Avviso chiuso a fine maggio sono arrivate complessivamente ulteriori 74 domande, stando al comunicato del Ministero, per un totale di richieste di finanziamento per 81.199.333,64 euro. Il maggior numero di candidature è arrivato dalla Sicilia (22), seguita da Campania (10), Abruzzo, Basilicata, Molise (9 ciascuna), Calabria (7), Puglia e Sardegna (4 ciascuna). Il passo successivo sarà l’elaborazione e la pubblicazione delle graduatorie complessive che metteranno insieme i primi e gli ultimi bandi di gara.

Le dichiarazioni del ministro Bianchi

“Siamo riusciti a utilizzare per intero le risorse del PNRR per gli asili nido – dichiara il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi -. Un lavoro di squadra che ci rende orgogliosi, condotto con l’Agenzia per la coesione, le Prefetture, l’ANCI, la struttura ministeriale per il PNRR. Un’azione che ha permesso anche di rinsaldare e ricucire rapporti istituzionali con il territorio, con il costante supporto fornito ai Comuni per poter partecipare ai bandi. Ringrazio tutti coloro che ci hanno aiutato a conseguire questo importante risultato”.  

Assunzioni

Quale piano di assunzioni per l’incremento degli asili nido nel nostro Paese? Secondo le nostre stime, come abbiamo già ipotizzato in passato, dovrebbero essere assunti circa 30mila nuovi educatori. Da dove derivano queste stime?

Innanzitutto ricordiamo che il fine dello stanziamento del Pnrr in tema di asili nido è raggiungere l’obiettivo europeo del 33% relativo ai servizi per la prima infanzia, colmando il divario oggi esistente sia per la fascia 0-3 che per la fascia 3-6 anni, riconoscendo a bambine e bambini il diritto all’educazione fin dalla nascita e garantendo un percorso educativo unitario e adeguato alle caratteristiche e ai bisogni formativi di quella fascia d’età, anche grazie a spazi e ambienti di apprendimento innovativi. Lo si legge nella sezione dedicata del sito del MI.

Per la gestione corrente delle nuove strutture il ministero dell’Istruzione, a sostegno degli enti locali, mette a disposizione 900 milioni di euro.

Ma quanto personale può essere assunto con 900 milioni di euro? Considerando una media di 30 mila euro annui a singola risorsa umana nelle scuole (che è anche la cifra media indicata dal Ministero dell’Istruzione per l’assunzione dell’organico Covid: per queste risorse umane, infatti, il Mi calcola un importo mensile medio di 2.709 euro), il risultato è un totale di 30 mila persone assunte, nuovi educatori che dovranno occuparsi dei 264 mila nuovi piccoli alunni previsti dal Pnrr, almeno per il primo anno, ovvero nel 2027, dato che, quanto alle tempistiche, i lavori dovranno chiudersi nel 2026, dunque i nuovi asili non entreranno a regime prima dell’anno successivo.

Il Pnrr, insomma, finanzierà solo il primo anno. E dopo? A partire dal 2027 questi 900 milioni dovrebbero essere sborsati ogni anno in forma ordinaria per remunerare le risorse umane necessarie alla gestione dei nuovi asili nido. E sarà la legge di bilancio a farlo, nelle intenzioni che erano della ministra Carfagna, la quale mesi fa aveva dichiarato: “I nuovi asili non dovranno essere cattedrali nel deserto. Con il Pnrr costruiamo i mattoni e poi con i fondi ordinari, appostati in legge di bilancio, noi finanziamo il servizio”.

La domanda che sorge spontanea è: da qui al 2027, cosa accadrà? Verrà mantenuto l’impegno, peraltro da parte di un Governo che non sarà lo stesso che l’impegno lo ha preso?

Nel caso degli organici della scuola statale, ad esempio, dal 2026 sono previsti dei tagli. Possibile che invece sul fronte del supporto agli enti locali per la gestione dei nuovi asili nido, si investa? Staremo a vedere.

Carla Virzì

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