Dispersione scolastica, in arrivo i fondi europei per contrastare il fenomeno: opportunità e perplessità
La dispersione scolastica, com’è ovvio, risulta essere un indicatore centrale e cruciale di civiltà, legato alla capacità del sistema scolastico e della relativa didattica di risultare attrattiva ed alla sana pressione esecutiva esercitata dalle famiglie circa l’inserimento sociale, culturale e didattico dei ragazzi, limitato in alcune aree del Belpaese, Mezzogiorno in particolare. Le competenze e le conoscenze, in particolare per gli alunni con DSA, debbono essere al centro del monitoraggio attivo della didattica da parte dei docenti: senza il raggiungimento di obiettivi, abilità, traguardi ed azioni cala la produttività generale e dunque l’interesse già poco elevato degli studenti. Per ovviare il propagarsi di tale complesso e pericoloso fenomeno debbono essere adottate misure strutturali ed efficaci, dispendiose in termini di capitale umano e finanziario, quali l’allestimento di una rete ben distribuita di assistenti sociali, centri di ascolto e così via. Per tale fine è stato predisposto un investimento di fondi europei d’importo pari a 5 milioni si euro per allestire reti utili al contrasto localizzato in Romagna.
Milioni di euro per 34 istituti: ritorno tra i banchi per centinaia di studenti
I fondi del PNRR, allestiti in pacchetti dedicati per settore, sono dedicati anche alle migliorie e all’ammodernamento complessivo del sistema scolastico. Tra le emergenze note, oltre ad una limitata transizione didattico-digitale, figurano strutture al limite dell’agibilità e dispersione scolastica, che raggiunge il tetto massimo in Sicilia, ove un ragazzo su cinque non si reca a scuola. Non mancano le polemiche per la distribuzione dei fondi, che risultano d’importo insufficiente rispetto alle reali esigenze dei plessi, che vanno dall’allestimento delle palestre all’ammodernamento dei servizi igienici, dall’installazione delle LIM alla sostituzione dei pc presso le aule informatica. Si prevede, per contrastare il fenomeno della dispersione, la creazione di una rete di assistenti sociali a guida provinciale nonché l’ammodernamento strategico degli istituti con il fine di proporre contenuti, materiali per una didattica più attrattiva e sostenibile.
I fondi non bastano: controversie, limitato accesso e scarsa trasparenza
I plessi, com’è ovvio, si dicono contenti per la boccata d’aria finanziaria che permette loro di effettuare riparazioni e sostituzioni urgenti, con il fine di rendere l’esecuzione delle lezioni per i docenti e la frequentazione da parte degli studenti in ambienti salubri ed agibili. I vari dubbi e perplessità avanzati dai dirigenti scolastici, sconfinati come di consueto in polemiche di natura politica, riguardano l’attribuzione di tali fondi, già minimi per gli interventi urgenti da effettuare. Si sono mobilitati, oltre ai presidi, anche sigle sindacali più note, quali FLC CGIL, i cui portavoce hanno reso noto, in una lettera indirizzata al Ministro dell’Istruzione Bianchi sottoscritta da 10 dirigenti, “Chiediamo chiarezza sui criteri usati a tutela di chi è stato escluso da queste importantissime risorse“. Tra i firmatari, inoltre, figura Carmelo Adagio, dirigente dell’Istituto Commerciale di Gaggio Montano: “Ennesima pessima mossa del nostro ministero, ma stavolta con un’aggravante: l’uso disinvolto e casuale di somme mai viste prima“.
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