Dove verranno costruite le 216 scuole nuove, innovative e sostenibili finanziate con le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza? Il ministero dell’Istruzione ha reso nota la graduatoria che segue:
Un numero più elevato rispetto alle 195 inizialmente previste, grazie a un aumento dei fondi che porta lo stanziamento complessivo da 800 milioni a un miliardo e 189 milioni di euro, come si legge nel comunicato del ministero. Gli edifici, che apparterranno a scuole di diversi ordini, saranno realizzati sia nelle grandi città che nei piccoli Comuni, con l’obiettivo di dotare tutte le Regioni, sulla base delle richieste avanzate, di qualche esempio di edificio dall’architettura scolastica d’avanguardia. 27 enti locali riceveranno un finanziamento sopra i 10 milioni di euro, l’intervento più consistente è quello del Comune di Castel Volturno (CE), che otterrà circa 29,6 milioni di euro.
Gli interventi – chiarisce sempre il comunicato del MI – sono stati selezionati in via automatica sulla base di criteri che riguardavano le caratteristiche dell’edificio pubblico preesistente che andrà sostituito (come, ad esempio, la vetustà della struttura, la sua classe energetica, l’indice di vulnerabilità sismica) e quelle dell’area in cui si trovava e che andrà a ospitare la nuova scuola (rischio idrogeologico, appartenenza ad aree interne, montane, isolane).
Che tipo di scuole saranno, quelle nuove? Lo stabiliscono le linee guida elaborate dal gruppo di lavoro selezionato dal ministero, che ha messo insieme un gruppo di architetti di altissimo profilo, tra i quali figura anche Renzo Piano, come abbiamo riferito, ma anche di pedagogisti ed esperti della scuola. Le linee guida stabiliscono che i progetti delle scuole nuove dovranno concepire istituti con ambienti e spazi inclusivi e innovativi. “Nuovi edifici per una nuova idea di fare scuola,” ha dichiarato il ministro dell’Istruzione Bianchi. “Vogliamo che le nuove scuole diventino un punto di riferimento per i territori che le ospiteranno, il cuore della comunità, sostenibili e accoglienti”.
Al Mezzogiorno è destinato il 42,4% dei fondi: una percentuale superiore rispetto al 40% inizialmente prefissato, cresciuta grazie all’incremento di risorse.
E dopo le linee guida toccherà al concorso di progettazione, che premierà quei precisi progetti in grado di tramutare in mattoni i principi ispiratori indicati dalle linee guida. Al termine del concorso, il Ministero dell’Istruzione procederà alla stipula della convenzione di concessione del finanziamento con gli enti beneficiari.
Da quanto ne sappiamo, il concorso di progettazione dovrebbe essere articolato in due gradi: il primo grado è finalizzato alla presentazione di proposte di idee progettuali; il secondo grado, cui accedono le migliori proposte di idee progettuali, è volto alla predisposizione di progetti di fattibilità tecnica ed economica per ciascuno degli interventi individuati a seguito della procedura selettiva.
L’intera procedura del concorso di progettazione deve concludersi entro 160 giorni dalla pubblicazione del bando di concorso, termine oltre il quale gli enti locali possono procedere autonomamente allo sviluppo della progettazione.
Al termine del concorso di progettazione, tali progetti di fattibilità tecnica ed economica divengono di proprietà degli enti locali che attuano gli interventi. L’intento del Ministero – lo ricordiamo – è quello di accelerare la costruzione delle nuove scuole mediante progetti base tendenzialmente uguali nei vari territori selezionati, sebbene adattati al locale.
Il problema della messa in sicurezza è risolto? Certo che no. Come abbiamo già riferito, per la messa in sicurezza degli edifici, il Pnrr finanzierà solo 2158 interventi di edilizia scolastica, su un totale di circa 40mila istituti, il che significa intervenire su circa il 5% del totale degli edifici italiani, un numero assolutamente irrisorio, se pensiamo che un’indagine di Legambiente condotta su 7mila edifici ha rivelato che il 40% di essi, 2.885, necessita di manutenzione urgente, come dichiarato dalle stesse amministrazioni. In altre parole il numero di interventi autorizzati dal Mi, su tutti i 40mila istituti italiani, è persino più basso del numero indicato da Legambiente sul campione ristretto dei 7mila.
“Il PNRR è un’occasione unica per colmare lacune e ritardi accumulati negli ultimi decenni in tanti territori del Paese, garantendo ai cittadini una migliore offerta educativa e formativa per i loro figli e l’opportunità di accedere a scuole nuove e al passo con i tempi sotto tutti i punti di vista”. Così il sottosegretario Rossano Sasso nelle ultime ore.
“Fondamentale il ruolo degli enti locali, che devono far sì che i tanti soldi a disposizione vengano spesi in modo efficace e per progetti che possano realmente cambiare il volto di ciascuna comunità. Abbiamo a disposizione un’occasione storica – conclude Sasso – non possiamo e non dobbiamo fallire”.
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