A seguito del recente incontro del Ministero dell’Istruzione e del Merito con i rappresentanti della Commissione europea, sia la stampa di settore che quella nazionale è tornata a parlare della riforma del reclutamento per la scuola secondaria e degli imminenti concorsi, che dovrebbero portare in cattedra 70.000 docenti.
L’intera riforma è prevista all’interno del PNRR e quindi sarebbe da attuare con i fondi europei ad esso destinati. Viene dall’Europa la richiesta che le nuove assunzioni avvengano attingendo alle Graduatorie Provinciali Scolastiche (GPS), prevedendo un anno di lavoro e formazione al termine del quale i docenti debbano svolgere una prova selettiva per ottenere il ruolo. Tale slittamento della fase selettiva alla fine del percorso di assunzione dovrebbe garantire che i nuovi docenti in cattedra siano selezionati in base a criteri di qualità.
Viene da chiedersi perché proprio ora che le cose hanno iniziato a muoversi dopo decenni di stasi e di stagnante precariato, tale riforma sia diventata tanto stringente. Proprio adesso si ha fretta di cambiare le carte in tavola mentre sono in atto vari concorsi ordinari. E dire che si tratta, queste ultime, di procedure altamente selettive: solo all’Ordinario per la scuola secondaria la percentuale media di superamento della prima prova si aggira intorno al 12-15%, con programmi che spaziano dalla legislazione scolastica, alle conoscenze disciplinari, fino alle conoscenze antropologiche, psico-pedagogiche e didattiche su cui tanto il Governo italiano che la Commissione europea hanno posto l’accento.
A valle di tali concorsi, si sono costituite numerose Graduatorie di Merito regionali (GM) da cui si potrebbe facilmente assumere personale qualificato, andando a risolvere, con evidente efficienza nella spesa pubblica, il problema di un sistema di istruzione cronicamente malato di “supplentite”. Tuttavia, si sceglie di passare attraverso nuove procedure concorsuali, nonché attraverso un’intricata fase transitoria che vedrebbe intersecarsi GM e GPS, per condurre ad assunzioni che sarebbero poi da riconfermare con una selezione finale.
È lampante l’assurdo contrasto tra i fondi europei in arrivo, che devono essere usati per assumere nuovi docenti – i quali però non possono essere, o comunque sarebbero solo in parte, gli idonei dell’Ordinario ancora in svolgimento – e la disponibilità di GM perfettamente valide, ottenute a seguito di un concorso tra i più selettivi di sempre, e contenenti quindi personale altamente competente: la logica farebbe pensare infatti che l’arrivo di fondi europei faciliti l’immissione di docenti che già sono risultati idonei con un concorso nazionale ordinario selettivo ma invece noi supponiamo che l’Europa ignori il percorso di selezione degli idonei e, in contemporanea, il Governo, in base alle attuali dichiarazioni e proposte di legge, equipara tali idonei a tutti gli altri precari con evidente sperequazione tra percorsi di formazione e selezione completamente differenti.
Inoltre, con questo tipo di provvedimento si rischia di fare, come troppo spesso accade in Italia, di tutta l’erba un fascio: si rischia che questa soluzione si riveli punitiva e discriminatoria per chi ha duramente studiato per superare le prove concorsuali ordinarie, in quanto si vede ora collocato in elenchi aggiuntivi alla I fascia delle GPS. Soffermiamoci su questo punto: i criteri per la valutazione di titoli e servizi sono ben diversi tra GM e GPS.
Visto che non è prevista al momento una trasposizione dei punteggi che rispecchi nelle GPS di I fascia gli effettivi risultati del concorso espressi nelle GM, viene a crearsi una situazione paradossale, che niente ha a che vedere con il concetto di merito. Stando così le cose, molti candidati che hanno ottenuto un buon punteggio nella procedura concorsuale, in GPS si vedranno superare da colleghi che al concorso non hanno fatto altrettanto bene, ma che hanno l’unico “merito” di avere più titoli o una manciata di mesi di insegnamento in più.
Tutto ciò, senza considerare che le GM, e dunque le assunzioni da concorso, sono organizzate su base regionale. Le GPS invece, lo suggerisce il nome, sono organizzate su base provinciale. Come si pensa di fare incontrare queste due graduatorie, e di farlo senza allungare gli elenchi dei candidati in maniera inverosimile?
Infine, sebbene i sindacati le caldeggino, chiedendo per gli idonei al concorso ordinario maggiori garanzie, non è attualmente prevista alcuna misura a tutela di chi ha superato e sta superando le prove di un concorso Ordinario abilitante ancora in svolgimento, un tipo di procedura che in Italia non si bandiva dal 2012. L’ipotesi di dover sostenere nuove selezioni, l’idea di dover acquisire ulteriori crediti universitari, quando ad altre categorie di docenti non se ne richiedono altrettanti, è avvilente.
I docenti idonei del Concorso nazionale ordinario