Il ministero dell’Istruzione ha dettagliato su un’apposita sezione del sito quanto riferito in conferenza stampa sugli investimenti previsti dal Pnrr, che ammontano a un totale di 17,59 miliardi di euro, distribuiti come segue: 12,1 miliardi per le infrastrutture e 5,46 per le competenze. A seguire tutti i numeri degli investimenti, così come comunicati dal Mi.
Quanto ci balza all’occhio è che per la messa in sicurezza degli edifici, sono stati autorizzati solo 2158 interventi di edilizia scolastica, su un totale di circa 40mila istituti, il che significa intervenire su circa il 5% del totale degli edifici italiani, un numero assolutamente irrisorio, se pensiamo che un’indagine di Legambiente condotta su 7mila edifici ha rivelato che il 40% di essi, 2.885, necessita di manutenzione urgente, come dichiarato dalle stesse amministrazioni. In altre parole il numero di interventi autorizzati dal Mi, su tutti i 40mila istituti italiani, è persino più basso del numero indicato da Legambiente sul campione ristretto dei 7mila.
Dunque, viene da chiedersi su quali basi il Ministero abbia scelto di operare solo su 2158 istituti, se con le dovute proporzioni Legambiente ne stimi almeno 16 mila ad avere bisogno di interventi urgenti?
La riforma mira ad allineare i curricula degli istituti tecnici e professionali alla domanda di competenze che proviene dal tessuto produttivo del Paese, in particolare verso l’output di innovazione del piano nazionale Industria 4.0 e la profonda innovazione digitale in atto in tutti i settori del mercato del lavoro.
L’elevata qualità del curriculum offerto incoraggerà l’occupabilità, grazie anche all’armonizzazione dei programmi di formazione in base alle esigenze di ciascun territorio.
La riforma mira a semplificare il modello organizzativo e didattico, aumentare il numero degli istituti e degli iscritti, migliorare la qualità del collegamento con la rete degli imprenditori nei territori, al fine di colmare il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro.
Gli ITS, grazie anche a partnership con imprese, università, centri di ricerca ed Enti Locali, potranno offrire così corsi terziari job-oriented sempre più avanzati per la formazione di tecnici che gestiscono sistemi e processi ad alta complessità in sei aree: efficienza energetica; mobilità sostenibile; nuove tecnologie della vita; nuove tecnologie per il Made in Italy; tecnologie innovative per il patrimonio culturale e attività connesse; tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
La piena attuazione della riforma, che sarà adottata entro il primo semestre del 2022, è prevista nel 2025.
La riforma introdurrà moduli di orientamento nelle scuole secondarie di I e II grado (non meno di 30 ore per le studentesse e gli studenti del IV e V anno) e verrà realizzata una piattaforma digitale di orientamento relativa all’offerta formativa terziaria degli Atenei e degli ITS. Mettere in sinergia il sistema di istruzione, quello universitario e il mondo del lavoro favorisce una scelta consapevole di prosecuzione del percorso di studi o di ulteriore formazione professionalizzante e contrasta dispersione scolastica e crescita dei neet.
Nella riforma è previsto anche l’ampliamento della sperimentazione dei licei e tecnici quadriennali, con ulteriori 1.000 classi in altrettante scuole (in aggiunta rispetto alle 100 attuali).
La riforma sarà adottata entro il 2022.
La riforma punta alla revisione dell’attuale sistema di reclutamento dei docenti, legato ad un ripensamento della loro formazione iniziale e lungo l’intera carriera. L’obiettivo è determinare un significativo miglioramento della qualità dei percorsi educativi, per offrire a studentesse e studenti sempre migliori livelli di conoscenze, capacità interpersonali e metodologico-applicative, nonché coprire con regolarità e stabilità le cattedre disponibili con insegnanti di ruolo. La formazione e la sperimentazione con metodologie innovative consentiranno inoltre un processo di selezione basato non solo sul livello di conoscenza ma anche sui metodi didattici acquisiti e sulla capacità di relazionarsi con la comunità educativa.
Una volta approvata la riforma è previsto il reclutamento, attraverso il nuovo sistema, di 70.000 docenti entro il 2024.
La riforma garantirà un continuo sviluppo professionale e di carriera del personale scolastico attraverso l’istituzione di una Scuola di Alta formazione e formazione continua per dirigenti scolastici, insegnanti e personale ATA. Saranno coinvolti Indire, Invalsi e Università italiane e straniere, al fine di garantire un sistema di formazione continua di qualità, in linea con gli standard europei. L’obiettivo è fornire una formazione pedagogica e didattica che, insieme a una conoscenza approfondita della materia, consenta di affrontare efficacemente la sfida della trasmissione di competenze metodologiche, digitali e culturali nell’ambito di una didattica di alta qualità.
La riforma intende intervenire su due aspetti strategici: il numero delle studentesse e degli studenti per classe e il dimensionamento della rete scolastica.
Il numero degli iscritti alle scuole diminuirà nei prossimi anni a causa della denatalità, comportando una riduzione della necessità di personale scolastico: uno scenario che offre l’occasione per ripensare l’organizzazione del sistema scolastico.
Il risultato finale sarà una riduzione del numero medio di studentesse e studenti per classe, a vantaggio della qualità dell’insegnamento.
Questa linea di investimento mira a realizzare nuove scuole del primo e secondo ciclo di istruzione sicure, inclusive, innovative e altamente sostenibili, abbassando del 20% i parametri energetici NZEB nazionali.
Nella consapevolezza che gli ambienti scolastici sono fondamentali per poter garantire una didattica di qualità e innovativa, gli interventi sono inoltre finalizzati a realizzare spazi che possano garantire una didattica basata su metodologie innovative, in grado di stimolare la creatività ponendo le studentesse e gli studenti e la loro crescita al centro di una prospettiva educativa orientata al futuro.
Conclusione dei lavori prevista nel 2026.
Sono 1800 gli interventi edilizi per un totale di 264mila nuovi posti.
Con questa linea di investimento si intende aumentare l’offerta educativa nella fascia 0-6 su tutto il territorio nazionale, attraverso la costruzione di nuovi asili nido e nuove scuole dell’infanzia o la messa in sicurezza di quelli esistenti, in modo da migliorare la qualità del servizio, facilitare le famiglie e quindi il lavoro femminile, incrementare il tasso di natalità.
Il fine è raggiungere l’obiettivo europeo del 33% relativo ai servizi per la prima infanzia, colmando il divario oggi esistente sia per la fascia 0-3 che per la fascia 3-6 anni, riconoscendo a bambine e bambini il diritto all’educazione fin dalla nascita e garantendo un percorso educativo unitario e adeguato alle caratteristiche e ai bisogni formativi di quella fascia d’età, anche grazie a spazi e ambienti di apprendimento innovativi.
Rispetto al totale dell’investimento 3mld sono stanziati grazie all’avviso pubblico dedicato, 700mln sono relativi al bando già in corso e 900 mln sono in conto corrente per la gestione.
La chiusura dei lavori è prevista per il 2026, che sarà anche l’anno che vedrà un support economico gestionale da parte del Pnrr. Il piano infatti prevede 900milioni di euro per le risorse umane, che potranno servire a impiegare, come abbiamo riferito, circa 30mila nuovi educatori per un anno.
L’intervento prevede 400 nuove palestre, con lavori conclusi entro il 2026.
Questa linea di investimento mira ad aumentare l’offerta di attività sportive, già dalle prime classi della primaria e su tutto il territorio nazionale, anche oltre l’orario curricolare, attraverso il potenziamento delle infrastrutture per lo sport a scuola, che saranno dotate di tutte le attrezzature sportive moderne e innovative, inclusa, ove possibile, una componente ad alta tecnologia.
È importante valorizzare le competenze legate all’attività motoria e sportiva per le loro valenze trasversali e per la promozione di stili di vita salutari, per garantire l’inclusione sociale, favorire lo star bene con se stessi e con gli altri, scoprire e orientare le attitudini personali, per il pieno sviluppo del potenziale di ciascuno.
La realizzazione di impianti sportivi e palestre è inoltre un investimento per le comunità, consentendo di aprire le scuole ai territori oltre l’orario scolastico.
1000 nuove mense saranno costruite con l’obiettivo di garantire un potenziamento degli spazi per le mense, con la costruzione di nuove mense o la riqualificazione di quelle esistenti, in modo da superare uno storico divario esistente tra nord e sud del Paese.
L’investimento è sinergico rispetto all’estensione del tempo pieno: per aumentare l’offerta di istruzione a tempo pieno occorre infatti partire proprio dalla maggiore disponibilità di strutture, ad iniziare dalle mense (oggi non presenti nel 26.2% delle scuole del primo ciclo) e poi dalle strutture per lo sport.
2158 interventi di edilizia autorizzati. L’obiettivo è rendere gli edifici pubblici adibiti a scuole del primo e secondo ciclo di istruzione innovativi, sostenibili, sicuri e inclusivi, con interventi di messa in sicurezza, adeguamento sismico, efficientamento energetico e sostituzione edilizia. L’edilizia scolastica costituisce una priorità assoluta non solo per garantire la sicurezza degli edifici scolastici, ma anche per assicurare una reale ed effettiva fruibilità degli ambienti didattici, essi stessi risorse educative che contribuiscono alla crescita dei giovani.
L’investimento si concentrerà sulla ristrutturazione, messa in sicurezza e riqualificazione energetica degli edifici, puntando a ridurre le emissioni e migliorare le classi energetiche degli edifici, aumentare la sicurezza sismica, digitalizzare gli ambienti di apprendimento.
Rispetto al totale dell’investimento risorse pari a 3,2 mld di euro sono già state stanziate e autorizzate, andando a finanziare i cosiddetti “progetti in essere”, interventi già attivati dopo febbraio 2020.
Verranno implementate 100mila aule informatiche per accompagnare la transizione digitale della scuola italiana, trasformando le aule scolastiche precedentemente dedicate ai processi di didattica frontale in ambienti di apprendimento innovativi, connessi e digitali e potenziando i laboratori per le professioni digitali: questo l’obiettivo di questa linea di investimento per completare la modernizzazione di tutti gli ambienti scolastici italiani dotandoli di tecnologie utili alla didattica digitale.
Trasformare gli spazi fisici delle scuole, i laboratori e le classi fondendoli con gli spazi virtuali di apprendimento rappresenta un fattore chiave per favorire i cambiamenti delle metodologie di insegnamento e apprendimento, nonché per lo sviluppo di competenze digitali fondamentali per l’accesso al lavoro nel campo della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale.
650mila, tra docenti e Ata verranno formati sul digitale entro il 2026. Questa linea di investimento mira a promuovere un sistema di sviluppo della didattica digitale e di formazione del personale scolastico sulla transizione digitale, indispensabili per migliorare gli apprendimenti e accelerare l’innovazione del sistema scolastico. In dettaglio si prevedono lo sviluppo di un polo nazionale italiano sull’educazione digitale per la formazione di docenti e personale scolastico; la creazione di una rete integrata di poli formativi territoriali; l’attivazione di un catalogo di circa 20.000 corsi di formazione in tutte le discipline del curricolo scolastico; la realizzazione di una piattaforma sui contenuti dell’educazione digitale e di metodologie didattiche innovative ad uso di docenti, studenti e famiglie; la realizzazione di “Patti per l’educazione digitale e le competenze per il futuro” inclusivi e sostenibili.
L’obiettivo è garantire pari opportunità e uguaglianza di genere, in termini didattici e di orientamento, rispetto alle materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), alla computer science e alle competenze multilinguistiche, per tutti i cicli scolastici, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado, con focus sulle studentesse e con un pieno approccio interdisciplinare.
L’obiettivo è far crescere nelle scuole cultura scientifica e forma mentis necessarie per un diverso approccio allo sviluppo del pensiero computazionale, prima ancora che vengano insegnate le discipline specifiche. Inoltre il piano mira a rafforzare l’internazionalizzazione del sistema scolastico e le competenze multilinguistiche di studenti e insegnanti attraverso l’ampliamento dei programmi di consulenza e informazione su Erasmus+.
Mentoring verso 820mila studenti, per la riduzione del tasso di abbandono scolastico.
Con questa linea di investimento si vuole potenziare le competenze di base di studentesse e studenti di I e II ciclo e a contrastare la dispersione scolastica, grazie a interventi mirati alle realtà territoriali e personalizzati sui bisogni degli studenti. Gli interventi si svilupperanno in 4 anni, promuovendo il successo formativo e l’inclusione sociale. Particolare attenzione sarà rivolta alle scuole che hanno registrato maggiori difficoltà in termini di rendimento.
Il piano prevede azioni specificamente finalizzate al contrasto dell’abbandono scolastico, alla promozione del successo educativo e dell’inclusione sociale, con programmi e iniziative di tutoraggio, consulenza e orientamento attivo e professionale, con lo sviluppo di un portale nazionale per la formazione on line e con moduli di formazione per docenti.
L’obiettivo è incrementare l’offerta formativa degli Istituti tecnici superiori, investendo anche sulla formazione dei docenti, per consentire al sistema degli ITS, con la legge di riforma, di poter raddoppiare il numero delle professionalità formate, potenziando le infrastrutture laboratoriali con il loro adeguamento ai nuovi fabbisogni formativi richiesti dalla transizione verde(Energia 4.0, Ambiente 4.0, etc.) e dalla transizione digitale (Impresa 4.0), incrementando l’offerta formativa e i percorsi professionalizzanti, creando una piattaforma nazionale di tutti gli Istituti e i corsi attivi, che permetta agli studenti di conoscere le offerte di lavoro per coloro che ottengono una qualifica professionale.
Grazie a un’offerta migliorata si punta a far crescere il numero degli iscritti agli ITS (+100%).
Grazie a questo investimento si punta a determinare un incremento dell’offerta formativa e a rafforzare il contrasto alla dispersione scolastica, grazie all’attivazione del tempo pieno.
L’allungamento dell’orario scolastico, con il ripensamento dell’offerta formativa durante l’intera giornata e l’introduzione di attività volte a rafforzare le competenze trasversali di studentesse e studenti, migliora l’insieme del servizio scolastico e favorisce il contrasto all’abbandono.
L’apertura delle scuole al pomeriggio permette inoltre di rafforzare la funzione della scuola rispetto ai territori, promuovendo equità, inclusione, coesione sociale, creatività e innovazione.
Il piano è sinergico rispetto al potenziamento delle infrastrutture, in particolare delle mense, in modo da poter davvero garantire un efficace ampliamento del tempo scuola.
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