I fondi del Pnrr? Sono una questione di scelte didattiche. Bisognerà spendere bene i soldi, in maniera corretta, rispondendo a tutte le normative riferite alla gestione dei fondi comunitari; ma bisognerebbe anche avere la garanzia che la dispersione scolastica venga vinta per due anni e che poi, anche a seguire, quelle azioni e quelle scelte, messe a sistema grazie ai fondi del Pnrr, possano produrre anche nel futuro effetti benefici sui tassi di dispersione e sul divario territoriale. Insomma un investimento ben fatto è quello in cui il denaro non è solo contabilmente speso bene, ma speso bene anche sul fronte delle pratiche didattiche e del sistema costruito attorno alle procedure di contrasto alla dispersione. Un sistema – lo ricordiamo – che dovrà reggersi anche sulle gambe degli enti locali, dell’associazionismo, del terzo settore, per merito di quei patti di comunità che sono parte integrante della strategia. Del resto, ci sono scuole che hanno ricevuto anche 350mila euro, una sfida che coinvolge tutta la comunità scolastica. Questo sforzo di risorse professionali, di territorio, di comunità, dia un risultato stabile, non occasionale. Questa la raccomandazione degli esperti Ornella Campo, Giorgio Cavadi e Aluisi Tosolini nell’appuntamento di Tecnica risponde LIVE del 7 settembre.
Le scuole – suggeriscono i tre dirigenti scolastici – dovrebbero provvedere a correggere il Ptof inserendo anche queste azioni contro la dispersione scolastica, mirando a lavorare in maniera congiunta con i componenti del sistema nazionale di valutazione, che andrebbero inseriti nel team di lavoro.
Quali attività possono essere finanziate?
Il tipo di attività che possono essere finanziate dal Pnrr per il contrasto della dispersione scolastica sono quelle indicate dal DM 170/2022 (articolo 2 comma 5) e dagli orientamenti generali. Non è ancora giunta dal Ministero, invece, la Convenzione che andrà a formalizzare il lavoro delle scuole sulla dispersione scolastica e il loro diritto al finanziamento con ulteriori indicazioni per la progettazione.
Questi fondi sono dedicati espressamente ad azioni sulle persone, sugli alunni e sulle famiglie, precisano i nostri esperti. Di fatto tali attività si configurano in:
- percorsi di supporto e affiancamento a studenti in difficoltà che devono essere riportati alla frequenza scolastica,
- attività di mentoring e orientamento,
- percorsi di rafforzamento delle competenze di base, con attenzione alle prove Invalsi,
- percorsi di orientamento per le famiglie
- percorsi paralleli extracurriculari che possano intercettare quelle sacche sociali che hanno maggiori difficoltà rispetto alla frequenza scolastica,
- azioni rivolte al contesto e al territorio, nell’ottica di quel fare rete che possa agevolare le famiglie che vivono in contesti particolarmente disagiati.
Cosa non può essere finanziato? Strumentazioni didattiche, laboratori, ambienti di apprendimento innovativi, tutti obiettivi d’acquisto già previsti nel piano 4.0 e dunque finanziabili con altri fondi del Pnrr, differenti da quelli per la dispersione scolastica.
Il corso
Su questi argomenti i corsi
Pianificare azioni di miglioramento efficaci per contrastare la dispersione scolastica, in programma dal 20 settembre, a cura di Giorgio Cavadi e Ornella Campo;
I patti educativi di comunità, conosciamoli a fondo, in programma dall’8 settembre, a cura di Lucia Dalla Montà.