Si è aperta l’8 marzo, l’edizione 2023 della Fiera Didacta Italia, l’appuntamento fieristico sull’innovazione nel mondo della scuola che ha luogo a Firenze, negli spazi della Fortezza da Basso. La Tecnica della Scuola, presente all’evento, ha avuto modo di incontrare Giovanni Biondi, responsabile programma scientifico di Didacta 2023.
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A Didacta 2023 c’è stato un bagno di folla: quali saranno le ricadute effettive sulle scuole?
“Secondo la mia esperienza, sono stato docente, preside, presidente Indire, la cosa peggiore è dare fondi a pioggia. Poi è difficile che le scuole sappiano come usarli. Meglio avere fondi per uno specifico obiettivo, non alla rovescia: prima i fondi e poi un obiettivo”.
Cosa bisognava fare nel momento in cui l’Ue ha stanziato questi fondi?
“Bisognava trasformare il modello scolastico, che al momento non regge la trasformazione della nostra società. Uno smartphone, in una classe in cui si fa lezione frontale, è un disturbo, non serve, non esprime niente. Se non si riorganizzano la didattica, gli ambienti, il tempo, l’orario dei docenti, l’organizzazione, i programmi nazionali, le innovazioni cozzano. L’autonomia scolastica si porta dietro la responsabilità e la flessibilità, che al momento manca per sfruttare le opportunità che vengono offerte”.
C’è ancora troppa rigidità nell’impostare poi i progetti a livello nazionale?
“Quello che rimane uguale è la scuola, anche se si fanno molti progetti. Questo però non cambia nulla. I ragazzi abbandonano la scuola perché non raggiungono gli obiettivi formativi”.
Come deve essere fatto il supporto?
“Prendiamo l’esempio delle scienze, che insegniamo in modo narrativo, con la stessa metodologia con cui si insegna la filosofia, la letteratura. Un ragazzo non può appassionarsi se non mette le mani su qualcosa, in attività laboratoriali. Così le scienze rimangono astratte”.
C’è in questo una responsabilità dei docenti?
“Non si tratta di non volere. C’è un’inerzia nella scuola, si pensa a ciò che si è sempre fatto in un certo modo. Quando ci si accorge che i ragazzi non seguono si dice che non studiano. Invece dobbiamo immaginare che i ragazzi hanno intelligenze multiple e noi continuiamo a usare solo due linguaggi, quello scritto e quello orale”.
Abbiamo visto aule immersive, perché c’è tanto interesse da parte dei docenti?
“Abbiamo avuto ben 15mila insegnanti iscritti agli eventi formativi, è un record. C’è un interesse perché ci sono delle novità, delle potenzialità. Nelle aule immersive un bambino della primaria può entrare dentro gli argomenti anziché vederli solo tra le pagine”.
Alcuni workshop di successo hanno visto i docenti hanno assunto il ruolo di studenti.
“Per capire una metodologia nuova bisogna viverla, non basta raccontare una scuola che ancora non c’è. I docenti, se vivono queste esperienze, capiscono cosa possono offrire queste nuove metodologie”.
La Tecnica della Scuola presente a Didacta
La Tecnica della Scuola, attiva nel campo dell’informazione scolastica da oltre 70 anni, dopo il successo di Fiera Didacta Sicilia, è stata presente per la prima volta alla Fiera Didacta Italia allo stand C27 (padiglione Cavaniglia), nella sezione dedicata all’editoria e alla stampa di settore.
L’obiettivo è stato quello di riflettere sulle novità relative alla formazione dei docenti e degli studenti come l’Intelligenza Artificiale, Chat Gpt, il Metaverso, le materie Stem, Scuola 4.0 e la Robotica Educativa: insomma, tutti elementi della scuola del futuro.
Le attività della Tecnica della Scuola a Fiera Didacta Italia, in duplice qualità di testata giornalistica e di ente di formazione accreditato dal Mim, sono state molteplici, da interviste itineranti a momenti di approfondimento con formatori ed esperti sui temi più disparati.