Inviato dal Governo italiano alla Commissione europea agli inizi del maggio scorso, il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è il documento di riferimento per accedere alle risorse del programma Next generation Eu ma anche per definire le scelte di investimento e riforma dei prossimi anni.
Una buona sintesi del documento, approvato dall’Unione europea già nel mese di giugno, è stata realizzata per conto della Cisl Scuola da Dino Cristanini, già dirigente tecnico, direttore dell’Invalsi e direttore di riviste pedagogiche.
Il Pnrr, osserva Cristanini, prevede stanziamenti importanti finalizzati a innovare le strutture e formare il personale per cambiare le modalità operative (la didattica) e migliorare gli esiti.
Obiettivo di fondo è quello di incidere sulla formazione delle nuove generazioni mediante “la personalizzazione dei percorsi e il superamento della didattica tradizionale centrata sulla trasmissione delle conoscenze disciplinari a favore della costruzione di apprendimenti e dello sviluppo di competenze” facendo riferimento ad attività svolte in forma laboratoriale e collaborativa con il supporto delle tecnologie.
Cristanini passa in rassegna tutte le diverse “missioni” in cui si articola il Piano.
Asili e scuole per l’infanzia 4,6 miliardi
Estensione del tempo pieno e mense scolastiche 0,96 miliardi
Sport a scuola 0,30 miliardi
Riduzione dei divari territoriali nelle scuole del I e II ciclo 1,5 miliardi
Sviluppo della didattica digitale 0,80 miliardi
Promozione di nuove competenze e nuovi linguaggi 1,10 miliardi
Scuole innovative, nuove aule didattiche e laboratori 2,10 miliardi
Piano di messa in sicurezza e riqualificazione
dell’edilizia scolastica 3,90 miliardi
Fra le riforme previste va segnalata in particolare quella del sistema di reclutamento dei docenti.
“L’enunciato è molto generico – sottolinea Cristanini – si afferma la necessità di rivedere l’attuale sistema di reclutamento per coprire regolarmente le cattedre disponibili con insegnanti di ruolo”.
“Le nuove modalità con cui procedere al reclutamento – osserva ancora – sono da definire, ed è aperto il dibattito su quali siano le modalità migliori per assicurare alla scuola prestazioni professionali di qualità. Un criterio annunciato in altre misure di questo ambito è quello di prevedere, nelle nuove norme sul reclutamento, il potenziamento della formazione iniziale e di quella in servizio, collegando quest’ultima alla progressione di carriera, aprendo così un campo assai delicato”.
Va evidenziato che i fondi del PNRR dovranno servire per interventi straordinari finalizzati alla “ripartenza” economica e sociale ma – contrariamente a quanto molti sperano – non potranno essere utilizzati per spese di carattere strutturale: per incrementare gli stipendi del personale della scuola sarà dunque necessario ricorrere ai consueti stanziamenti di bilancio.
In proposito va anche detto che fra poche settimane si inizierà a parlare della legge di bilancio per il 2022 e a quel punto capiremo le reali intenzioni del Governo su quest’ultimo aspetto.
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