Sgombriamo il campo da un equivoco: che sia la cultura democratica e progressista ad aver determinato un atteggiamento lassista nella scuola pubblica italiana. Avere rispetto per le persone, e anche per i loro tempi, è una cosa; pretendere da ognuno tutto quello che può dare per il bene proprio e comune è cosa diversa.
Anzi, rendere la scuola facile, abbassare progressivamente il livello della richiesta, deresponsabilizzare ragazzi e genitori, ha avuto nel tempo la funzione di negare il carattere di ascensore sociale assegnato alla scuola pubblica dagli art. 34 e 3 della Costituzione.
Chi ha tagliato i fondi alle scuole, chi ha impedito l’ammodernamento tecnologico, chi ha reso scadente l’edilizia scolastica, chi non ha mai aggiornato gli stipendi dei docenti ne’ ha favorito la formazione continua dei docenti stessi ha concorso a questo abbassamento del livello dell’istruzione pubblica.
Invece la sinergia fra scuole – dall’infanzia alle superiori- ed università ha prodotto esempi di nuova didattica nei campi dell’italiano, della matematica, della storia. E la ormai cinquantennale esperienza del Movimento di Cooperazione Educativa ha segnato un cammino di impegno comune a migliaia di docenti verso nuove modalità di insegnamento, a partire da Bruno Ciari e Mario Lodi.
Lassismo? No, grande impegno per la scuola di tutti.
Lorenzo Picunio
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