Attualità

Pochi i comuni che hanno liberato le scuole dai seggi elettorali

Sarebbero 117 i comuni “virtuosi” che non chiuderanno le scuole per le elezioni amministrative, spostando i seggi  fuori dalle aule. Tra i grandi capoluoghi solo Bologna, Latina, Novara, Roma, Pordenone, Siena e Torino sono gli unici capoluoghi di provincia ad essersi impegnati per spostare quante più sezioni elettorali possibili dalle scuole per trasferirli in palestre comunali, strutture polivalenti e uffici municipali dismessi, mentre dal governo Draghi arrivano incentivi per due milioni di euro.

Ancora si tratta di pochissimi e scarsi segnali di buona volontà per consentire ai ragazzi di non perdere ulteriori ore di lezioni, soprattutto dopo le avventurose chiusure dovute al Covid-19,  ma è importante per attirare l’attenzione nei confronti di famiglie e studenti reduci da due anni di pandemia con la scuola a singhiozzo.

Intanto, secondo una stima approssimativa, circa 30 mila studenti non perderanno tre/quattro giorni di scuola, considerato pure che in Germania, come si è visto recentemente, e con una popolazione di oltre 85 milioni di abitanti, si vota la sola domenica e dalle 8 alle 18, senza creare disservizi o confusione.

In ogni caso ciò che conta è di evitare ai ragazzi di perdere ancora lezioni, considerato pure che le famiglie non solo pagano le tasse e i libri per avere un servizio, ma hanno pure il diritto che lo Stato si faccia carico dei suoi impegni siglati all’atto della iscrizione. 

Intanto 510 seggi elettorali lasciano le aule scolastiche evitando, come si diceva, la chiusura delle scuole per 30 mila studenti, mentre sarebbe bene che tutti  gli altri i Comuni iniziassero a lavorare in questo senso.Sicuramente costerà pure un ulteriore lavoro per gli uffici elettorali dei comuni che dovranno rivedere la ricollocazione delle sezioni e gli elenchi di chi ha diritto al voto, ma la scuola e l’istruzione, una volta tanto, dovrebbero avere la precedenza.

Pasquale Almirante

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