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Pochi informatici? Colpa delle ragazze: attratte ma pensano sia un lavoro da maschi

Alla base della carenza di posti nel settore informatico ed in generale nell’Information communication technology vi sarebbe l’atteggiamento remissivo delle ragazze nello studiare la materia: un meccanismo psicologico di autoesclusione probabilmente ancora influenzato da certi stereotipi sulla associazione maschio-nuove tecnologie. L’indicazione giunge da un’interessante studio organizzato dal gruppo Cisco dal titolo “Donne e Ict: perché le ragazze non entrano nel mondo della tecnologia“. Per comprendere i motivi della scarsa presenza femminile nel settore informatico l’azienda ha commissionato la ricerca a “Eun Schoolnet”, una partnership internazionale composta dai trentuno ministeri dell’Istruzione dei Paesi europei. E non a caso per la sua realizzazione sono stati intervistati studenti e studentesse di scuola superiore, i loro insegnanti e i loro genitori di entrambi i sessi in Italia, Francia, Paesi Bassi, Polonia e Regno Unito.
Significativo il dato emerso: le ragazze sono interessate all’informatica come i loro coetanei, se non di più, hanno attitudini e interesse per l`informatica pari se non superiori a quelle dei loro coetanei di sesso maschile. Ma in media il 50% di loro non prosegue gli studi nel settore, convinte che sia “di per sé un mondo più adatto agli uomini”.
Si disperdono così talenti e capacità molto richiesti e in grado di fare la differenza in un settore che conta 12 milioni di posti di lavoro e che nel 2010, secondo dati del Cepis (rapporto E-Skills in Europe 2007) vedrà 70.000 posti di lavoro rimanere vacanti a causa della mancanza di personale specializzato.
“La competitività dell’Europa – si legge nell’introduzione alla ricerca realizzata da Viviane Reading, commissario per l’“Information society e i media” dell’Ue – dipende dalla capacità di attrarre e trattenere lavoratori specializzati, specialmente nel settore Hi-Tech: ma solo un esperto di informatica su cinque è donna. L`Europa ha bisogno di più ‘cyberellas’: donne dotate delle competenze digitali del futuro, che sono essenziali per assicurare al continente un ruolo importante nel settore Ict di domani. Per liberare questo fiume di talento si deve dare particolare attenzione alle modalità per incentivare la partecipazione delle donne nel settore”.

La tendenza sarebbe particolarmente spiccata proprio in Italia, dove addirittura il 76% delle studentesse  coinvolte nella ricerca ha dichiarato di essere “interessata o molto interessata” all`Ict, ma il 61% di esse si dice orientata a fare altre scelte di studi e carriera; soltanto il 15% è positivamente decisa a entrare nel settore informatico.
Se però le giovani italiane risultano ancora fortemente titubanti nel trasformare queste loro inclinazioni nel lavoro della loro vita, ci pensano le loro madri a compensare la situazione: le adulte italiane, pur senza specifiche competenze informatiche, sono infatti risultate due volte più interessate degli uomini ad acquisirne conoscenze, superando anche brillantemente la media Ue.

Alessandro Giuliani

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