Kioni, il cui nome d’arte è ‘Popcorn’, soprannome datole dal padre perchè ‘testarda’ dentro e ‘vulnerabile’ dal di fuori, parla di violenza sessuale, omicidi, solitudine e dell’essere amati. «Anche se Kioni non ha mai provato personalmente nessuno di questi sentimenti da adulti – ha spiegato il suo mentore, il poeta John ‘Chance’ Acevedo – ha una capacità sorprendente di capire il dolore degli altri e quando è su un palco si comporta in modo solenne». Popcorn ha cominciato a comporre dall’età di cinque anni. All’inizio la sua poesia era una serie di versi in rima poi si è accorta che con una giusta interpretazione i versi scorrevano anche senza rimarli. Per Kioni, interpretare una poesia è come condividere un pezzo di se stessa, una cosa che potrebbe terrorizzare mentre si è su un palcoscenico, ma lei è capace di gestire la cosa semplicemente concentrandosi sulla sua performance. «Voglio che le gente si concentri sulle parole – ha detto – piuttosto che sul fatto che sono io a pronunciarle».
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