I toscani, che hanno terminato le superiori e non hanno proseguito gli studi evidenziano il loro malumore verso la secondaria di 2° grado con uno scarto del + 5,1 rispetto ai lombardi, il cui peso di insoddisfazione è del 14,7%. Nei confronti dell’istruzione universitaria esprimono il loro disagio con una percentuale dell’11,3% a fronte di un 3,2% (scarto +8,1) dei giovani della regione del Resegone nel caso abbiano già concluso il percorso e del 12,4% contro il 2,6% qualora ancora studino. La situazione non è diversa nei confronti degli insegnanti verso cui i toscani dichiarino un grado di sfiducia del 40% (28% in Lombardia, scarto +12,0) e del 30,6% (contro il 23,1%, +7,5%) a seconda frequentino la scuola media superiore o l’Università. I toscani manifestano inoltre molto malcontento verso il funzionamento dei servizi pubblici (56,5% contro 42,8%, +13,7% di scarto) e delle opportunità lavorative (46,6% a fronte del 36,1% dei lombardi). Malgrado tanta sfiducia, i giovani toscani sono più contenti dei lombardi di come si vive nella regione e particolarmente per quanto concerne la sicurezza sociale e il clima di tolleranza. Un’incongruenza questa solo apparente perché trova ragione nel forte sentimento di radicamento e di identificazione con la terra natia.
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