L’art. 3 del DPR n. 275 che contiene il regolamento dell’autonomia è interamente dedicato al Piano dell’offerta formativa ed è dunque il riferimento normativo che, più di altri, consente di comprenderne il senso e la "filosofia".
In base a quanto scritto nel terzo comma dell’articolo si evince che esiste un possibile percorso da seguire per giungere ad una stesura condivisa del POF.
Il primo passo compete al consiglio di circolo/istituto che ha il compito di definire dei veri e propri criteri generali che ispirino tutto il documento.
Nel concreto si può pensare che, preliminarmente, il consiglio della Istituzione scolastica predisponga una sorta di "indice ragionato" che possa servire da traccia ai gruppi di lavoro che dovranno poi redigere le diverse parti del Piano.
E’ ragionevole ipotizzare che il Piano tenga conto dei documenti programmatici che, in questi anni, tutte le scuole si sono abituate a produrre (Progetto educativo di circolo/istituto – Carta dei Servizi – Piano annuale delle attività – Piano di aggiornamento – Programmazione educativa e didattica – ecc…).
I criteri generali definiti dal consiglio di circolo/istituto
– Una traccia possibile –
Quella che segue potrebbe essere una traccia per la stesura della delibera preliminare da adottarsi in sede di consiglio di circolo/istituto (la traccia ci sembra particolarmente "tagliata" sulla fascia dell’obbligo ma, con opportuni adattamenti, può agevolmente essere utilizzata anche per la scuola superiore).
a) Preliminarmente il Piano dovrà contenere una sezione descrittiva delle caratteristiche socio-culturali del territorio e dell’utenza
b) Il Piano dell’offerta formativa deve descrivere in modo adeguato
– i principi fondamentali ai quali l’Istituzione scolastica ispira la propria attività
– gli obiettivi complessivi del servizio
– i fattori di qualità, ossia le caratteristiche che rendono il servizio soddisfacente
– gli strumenti per valutare, migliorare e correggere l’attività svolta
– i mezzi messi a disposizione degli utenti per segnalare disfunzioni e per proporre
modifiche
c) Il Piano dovrà inoltre descrivere concretamente
– le iniziative che la scuola intende attivare per impedire che le diversità di sesso, etnia, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni psicofisiche e socio-economiche possano in qualche modo limitare l’esercizio effettivo del diritto all’istruzione.
– le iniziative che la scuola intende attivare per garantire l’obiettività e l’imparzialità nella erogazione dei servizi
d) Per quanto concerne gli aspetti didattici e formativi, il Piano dovrà indicare
– le modalità previste per la realizzazione (e la periodica messa a punto) della programmazione didattica garantendo adeguati momenti sia per gli approfondimenti disciplinari sia per il necessario raccordo interdisciplinare ed organizzativo all’interno delle classi-sezioni e dei plessi
– i criteri e le modalità con cui vengono valutati gli alunni
– le modalità previste per garantire la "continuità verticale" dei processi educativi (modalità di raccordo scuola elementare/scuola media, ecc..)
– le modalità con cui viene realizzata l’accoglienza dei nuovi alunni
– i criteri e le modalità di attuazione di specifiche iniziative per l’integrazione degli alunni con handicap
– i criteri e le modalità di attuazione di specifiche iniziative per il superamento delle situazioni di svantaggio socio-culturale e per l’accoglienza di alunni stranieri
– le modalità di attuazione di iniziative finalizzate alla promozione dell’educazione interculturale
– organizzazione complessiva dell’attività didattica (orari, raccordi interdisciplinari, ecc..)
– definizione delle attività di integrazione curricolare (teatro – attività sportive – ecc….) e modalità di intervento finanziario dei diversi soggetti (istituzione scolastica – enti locali – famiglie – ecc…)
e) Per quanto concerne la gestione delle risorse strumentali, finanziarie ed umane, il Piano dovrà descrivere adeguatamente
– i criteri per l’utilizzo delle risorse finanziarie assegnate alla scuola dallo Stato e per il reperimento di ulteriori risorse
– le attrezzature didattiche presenti nella scuola e le modalità di utilizzo
– gli ambienti utilizzati per la realizzazione delle diverse attività
– i criteri per l’attribuzione alla scuola (e ai plessi) delle risorse umane disponibili
f) Per quanto riguarda i rapporti con gli utenti e con le famiglie, il Piano dovrà indicare
– le modalità per la realizzazione della continuità fra scuola e famiglia
– le modalità e gli strumenti per garantire la comunicazione interna e l’informazione agli utenti
g) Per quanto concerne l’organizzazione interna il Piano dovrà definire
– gli strumenti organizzativi (staff, commissioni di lavoro, ecc…) di cui la scuola intende dotarsi realizzare un modello partecipativo a decisionalità diffusa
– i criteri e le modalità per l’attribuzione degli incarichi retribuibili con il fondo di Istituto
– le iniziative poste in atto per garantire la formazione e l’aggiornamento dei docenti
h) Per quanto attiene i rapporti scuola/territorio, il Piano dovrà indicare
– i criteri per il raccordo fra l’istituzione scolastica e gli Enti locali territoriali
– i criteri e le modalità di raccordo e collaborazione con organismi associativi (pubblici e privati) che sul territorio operano nel settore educativo e culturale
– i criteri e le modalità di attuazione per la stipula di accordi e/o intese con altre istituzioni scolastiche del territorio