Dice infatti il giornale che solo il 5% degli studenti delle scuole superiori (2,5 milioni, di cui 855.495 che frequentano gli istituti tecnici e 538.737 i professionali) ha potuto partecipare nell’a.s. 2011-2012 a programmi di alternanza scuola-lavoro, mettendo in difficoltà le imprese a reperire personale con competenze tecniche. Nel terzo trimestre 2012 sono circa 22mila i posti di lavoro che, nonostante la crisi, le aziende intendono comunque offrire, e che invece rimangono “vuoti” perchè non si riesce a selezionare il candidato giusto. Rispetto alle 158.840 assunzioni previste nel periodo di riferimento (e cioè luglio-settembre 2012) le assunzioni di difficile reperimento rappresentano il 14%, e cioè: una su sette.
Nel tentativo di fronteggiare questi ritardi a luglio è stato attivato «Comitato nazionale per l’alternanza scuola lavoro» per definire linee guida che possano rimuovere gli ostacoli – giuridici e organizzativi – che non hanno consentito sino ad oggi di offrire queste opportunità alla maggior parte degli studenti e, potenzialmente, a tutti, indipendentemente dal tipo di istituto frequentato: liceo, istituto tecnico o istituto professionale. Con le linee guida saranno definiti anche i modelli di certificazione delle competenze acquisite dagli studenti nei percorsi scuola/lavoro, da inserire nel proprio curriculum per l’accesso al lavoro.
Anche i «Poli tecnico professionali» che verranno costituiti dal prossimo anno sono uno strumento per mettere in comune le risorse e tentare di superare il “gap” tra domanda e offerta di lavoro tecnica. Questi Poli, alla cui nascita stanno lavorando Miur e ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico, saranno costituiti sul territorio, raccordarti con le filiere produttive che caratterizzano il tessuto produttivo locale, in modo che i giovani possano apprendere a partire dall’esperienza concreta in contesti di laboratorio e di lavoro, con più opportunità di appassionarsi allo studio e di inserirsi con successo nel mondo del lavoro. Per dare vita a un Polo, almeno due istituti tecnici e/o professionali dovranno collegarsi, attraverso accordi rete, con un centro di formazione professionale e almeno due imprese della filiera produttiva di riferimento. Nell’ambito dei Poli potranno essere costituite anche botteghe scuola e scuola-impresa. Confindustria, Confartigianato ed altre organizzazioni datoriali hanno manifestato grande interesse a mobilitare le imprese associate perchè partecipino alle attività dei Poli con le risorse professionali, i laboratori e le altre risorse di cui dispongono.
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