Categorie: Attualità

Politici e sindacati, le reazioni all’approvazione degli 8 decreti attuativi

Ecco alcune dichiarazioni “a caldo” di esponenti parlamentari e di sindacalisti a seguito dell’approvazione in Consiglio dei Ministri dei decreti legislativi in attuazione della legge 107/2015.

 

ANDREA MARCUCCI (presidente della Commissione Istruzione di Palazzo Madama)

 “Una legge completa, che nei prossimi anni cambierà in meglio la scuola. È una riforma che sottolinea la continuità dei governi Renzi-Gentiloni. Gli otto decreti attuativi sono stati approvati grazie ad una scrupolosa consultazione del mondo della scuola, messo in pratica dal ministro Fedeli”.

 

FRANCESCA PUGLISI (capogruppo Pd in Commissione Istruzione a Palazzo Madama)

“Con la definitiva approvazione in Consiglio dei ministri dei decreti legislativi di attuazione delle deleghe al Governo della legge 107 del 2015, si scrive una bella pagina per il futuro dell’Italia”.

“Un nuovo investimento di oltre mezzo miliardo all’anno in educazione e istruzione, che – spiega la parlamentare – trova copertura nella legge di bilancio del 2016 lasciata in eredità dal Governo Renzi e che offre nuove opportunità a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, nonché qualità alla scuola e meno precarietà, per combattere disuguaglianze di partenza e migliorare l’inclusione e l’occupabilità dei giovani”.

“Le Commissioni Istruzione di Camera e Senato – sottolinea la Puglisi – hanno ascoltato in audizione oltre 70 organizzazioni rappresentative del mondo della scuola. Dei pareri espressi dal parlamento, il Governo ha accolto tutte le condizioni e gran parte delle osservazioni espresse. Con lo zero sei finalmente diamo al Paese un efficace strumento per battere la denatalità e una leva potente per battere le disuguaglianze di partenza. Per la prima volta il Paese ha un sistema di welfare studentesco con borse di studio per ragazze e ragazzi”.

 

MARIA COSCIA (capogruppo Pd in Commissione Cultura)

“Esprimo grande soddisfazione per l’approvazione definitiva da parte del Consiglio dei Ministri delle otto deleghe sulla scuola. I testi approvati sono il frutto di un lavoro molto proficuo, di ascolto e di dialogo tra il governo, il Parlamento e il mondo della scuola”.

“Tante e particolarmente rilevanti sono le modifiche apportate, su proposta delle commissioni parlamentari, ai testi approvati nella prima stesura dal Cdm”, ha dichiarato la Capogruppo. “Mi riferisco, soprattutto, alle grandi novità inserite nella delega per la formazione iniziale e alle nuove modalità per le assunzioni degli insegnanti nelle scuole medie e nelle scuole superiori: si cambia radicalmente il sistema e nello stesso tempo, con la norma transitoria, si danno certezze e prospettive al personale precario”.

“Con la delega 0/6 anni – ha proseguito Coscia – viene finalmente sancito il diritto all’educazione e alla formazione per i bambini e le bambine con la definizione di obiettivi precisi e lo stanziamento di oltre 200 mln l’anno per promuovere e sostenere concretamente in tutto il paese lo sviluppo della rete dei servizi educativi e degli asili nido e la generalizzazione delle scuola dell’infanzia. Novità significative, inoltre, sono presenti nelle deleghe sull’inclusione scolastica e disabilità, sul diritto allo studio, sull’istruzione e la formazione professionale, sulla cultura umanistica, sulla valutazione, sull’insegnamento della lingua italiana all’estero. Oggi è un giorno importante per il futuro delle studentesse e degli studenti del nostro paese: si porta sostanzialmente a termine il percorso legislativo riformatore della Buona scuola, attuando una modalità più partecipata e di dialogo “.

 

LUCA CANGEMI (responsabile nazionale scuola del Partito Comunista Italiano)

“Il governo Gentiloni si è assunto la responsabilità gravissima di infliggere un altro duro colpo alla scuola italiana, approvando i decreti attuativi della disastrosa controriforma renziana. Sono decreti che annunciano nuovi tagli, colpiscono il diritto allo studio, precarizzano e umiliano ulteriormente il lavoro docente, attaccano in modo particolarmente odioso i diritti degli studenti con disabilità”.

“Di fronte alla scelta di proseguire sulla strada scellerata della “buona scuola” nessuno può fare finta di niente”, ha proseguito Cangemi

.

“Abbiamo in queste settimane ascoltato tra i parlamentari che hanno abbandonato il PD (e persino tra qualcuno che vi è rimasto) molte voci critiche su quanto è stato fatto dal governo Renzi nel mondo della scuola. Vogliono questi parlamentari continuare a sbagliare? Possono continuare a sostenere un governo che si fa servile continuatore dei peggiori disastri di quello precedente? Tutti, a cominciare dalle forze che si raggruppano sotto la sigla di Articolo1, sono chiamati a una verifica di serietà e coerenza”.

“Per quanto ci riguarda, continueremo, nelle scuole e nel Paese – ha concluso Cangemi – la nostra linea di durissima contestazione della 107 e dei suoi derivati. Una lotta che potrà fermarsi solo con l’abrogazione di queste norme devastati per la scuola italiana”.

 

SIMONA MALPEZZI (deputata Pd e componente della commissione Cultura della Camera)

“Con l’approvazione definitiva in Consiglio dei Ministri delle 8 deleghe portiamo finalmente a compimento il progetto di riforma avviato nel 2015 dal Governo Renzi che, proprio con la legge 107 detta “la buona scuola”, ha previsto le deleghe che oggi sono state approvate”.

“Questo successo – dichiara Malpezzi – ha le sue radici proprio in quel Governo che ha avuto il coraggio e la visione di pensare una nuova idea di scuola investendo come non mai nell’istruzione e nei docenti. Oggi abbiamo, per esempio,  la delega sullo 0/6 anni che stabilisce che il nido non sarà più un servizio ma l’inizio del percorso veramente educativo (definito da sempre sulla carta ma mai realizzato fino in fondo) e si stanziano ingenti risorse per aumentare la presenza dei nidi nei Comuni d’Italia”.

“Con la delega sull’inclusione, scuola, famiglia e territorio collaboreranno al progetto di vita e al percorso educativo dello studente disabile in modo più incisivo e grazie a competenze ancora maggiori. Infine, – continua la Deputata PD – vorrei esprimere grande soddisfazione per il lavoro svolto sul reclutamento e la formazione iniziale. Un momento storico perché, se da una parte, abbiamo cambiato l’iter di formazione e di assunzione dei nuovi docenti, dall’altro, abbiamo definito una fase transitoria che consentirà nei prossimi anni l’immissione in ruolo dei precari storici in maniera certa, chiara e di prospettiva. È un cambiamento notevole che garantirà di coprire in modo regolare e prestabilito i posti vacanti e disponibili garantendo la continuità didattica e la professionalità della classe docente. Oggi, finalmente, con l’approvazione delle deleghe, la legge 107 è completa”.

 

LAURA GARAVINI (Presidenza del PD alla Camera)

“La rete delle scuole e dei corsi di italiano all’estero sarà più competitiva e maggiormente all’altezza delle esigenze di ragazzi e famiglie. Con il decreto 383, approvato oggi in Consiglio dei Ministri, sono infatti state recepite le indicazioni fornite nel parere approvato dalle Commissioni Esteri e Cultura della Camera, come da me redatto, insieme all’altra relatrice, la collega Tamara Blazina”.

“È previsto un aumento di circa il 10% degli insegnanti di ruolo dall’Italia presso le scuole e i corsi di italiano all’estero. Entreranno cioè in servizio 50 docenti in più, in tutto il mondo. In aggiunta, sarà molto più facile assumere insegnanti con contratti locali, il che comporterà notevoli risparmi e meno burocrazia. E verranno messe in pratica tutta una serie di misure a sostegno della qualità e della diffusione della lingua e cultura italiane nel mondo. È davvero un’ottima notizia per le famiglie, i ragazzi e tutti coloro che credono nel valore della promozione della lingua e cultura italiana all’estero”.

 

FABRIZIO BOCCHINO (Sinistra Italiana, segretario Commissione VII Istruzione)

“Le leggi delega sulla scuola appena approvate dal Consiglio dei Ministri sono un altro scippo al Parlamento che già è stato delegittimato dall’approvazione delle legge 107 con il voto di fiducia, perché questo meccanismo sottrae al Parlamento la piena facoltà emendativa. Inoltre, non sono state tenute in alcun conto le richieste che provenivano dal mondo della scuola e dai genitori”.

 “L’eventuale accoglimento delle modifiche proposte in Commissione – che verificheremo attentamente quando i testi saranno resi disponibili – sono del tutto insufficienti a dare un parere positivo a queste misure, perché le deleghe devono essere attuate ad invarianza di bilancio, cioè senza risorse aggiuntive”.

“Nel loro complesso si tratta di misure”, prosegue il Senatore, “che penalizzano l’istruzione professionale, minano l’inclusione scolastica di ragazzi e ragazze con disabilità per la quale l’Italia era un faro nel mondo, e propugnano un meccanismo valutativo dipendente dalle prove Invalsi, del tutto inadeguato per una valutazione individuale”.

“Per questo Sinistra Italiana in Commissione ha presentato pareri di minoranza negativi e mirati al ritiro delle deleghe”, continua Bocchino, “e questa resta la nostra posizione”.

“Ci auguriamo che, all’indomani dell’approvazione, prosegua una stagione di mobilitazione contro un modello di scuola profondamente sbagliato e anacronistico, nonostante la retorica imbevuta di innovazione con cui si ammanta, mobilitazione che devono occupare un ruolo di primo piano anche nella prossima campagna elettorale”, conclude il Senatore.

 

ELENA CENTEMERO (deputata, responsabile scuola e università di Forza Italia)

“I decreti attuativi della legge 107 sono forse peggio della legge stessa! Altro che ‘iniezione di qualità’: nella nostra scuola si è fatta solo una iniezione di insegnati in numero superiore non solo ai bisogni delle scuole ma anche alle reali necessità formative delle studentesse e degli studenti”.

“Si afferma con questi decreti la visione della scuola della sinistra: ideologica, lontana da ogni valutazione e riconoscimento dei risultati, distante anni luce dalla scuola della maggioranza degli altri Paesi europei. Lo dimostrano sia il nuovo sistema di formazione iniziale e di reclutamento dei docenti della scuola secondaria, sia lo svilimento dell’esame di maturità, ridotto ad un ‘esamino’ per citare alcuni esempi. Insomma, si prospetta un disastro che non ha precedenti, anche per l’impatto sugli enti locali”.

 

MANUELA GHIZZONI (deputata del Pd, componente della Commissione Cultura della Camera) 

“Il Governo ha approvato in via definitiva il nuovo sistema di formazione iniziale e di accesso al ruolo degli insegnanti della scuola secondaria, attuativo della delega della legge 107, accogliendo le proposte formulate dalla Commissione Cultura tese a chiarire, in particolare, le diverse fasi del nuovo percorso e ad introdurre modifiche sostanziali al regime transitorio, maturate nel corso della fase di ascolto di enti, associazioni, esperti, organizzazioni sindacali.

Con il nuovo percorso, un laureato magistrale che deciderà di dedicarsi all’insegnamento dovrà prima vincere un concorso pubblico nazionale e, poi, affrontare un triennio retribuito di formazione sul campo, tirocinio nelle scuole e inserimento progressivo nella funzione docente, durante il quale acquisirà le competenze specifiche della professione.

Una volta superate le prove intermedie e quella finale del percorso, l’aspirante docente sarà automaticamente immesso in ruolo senza necessità dell’anno di prova e, soprattutto, senza aver dovuto svolgere attività di insegnamento in condizione di precariato.

Già nel prossimo anno sarà bandito il primo concorso, per una quota dei posti che si renderanno vacanti e disponibili dal 2021-22, ma il nuovo sistema entrerà a regime progressivamente, per disporre una vera, articolata fase di transizione, che si dipanerà per diversi anni al fine di chiudere con il pregresso e, al contempo, di dare risposte coordinate ed eque a chi ha già intrapreso la professione di insegnante, valorizzandone i titoli abilitativi all’insegnamento e l’esperienza professionale maturata.

Sarà comunque immesso in ruolo solo chi avrà superato appositi percorsi valutativi – differenziati sulla base delle differenti esperienze e titoli degli interessati – e, ove necessario, avrà completato la sua formazione professionale. Certo, era impossibile accogliere tutte le sollecitazioni pervenute, in particolare dalla ancor vasta e differenziata platea dei docenti precari, ma si è lavorato per contemperare le istanze di chi vuole intraprendere nel futuro la professione docente, così come quelle di chi, attraverso le tante modalità previste nei sistemi che si sono succeduti nel tempo, ha acquisito titoli abilitativi che non possono andare dispersi.

Il nuovo sistema si pone l’ambizioso obiettivo di evitare il formarsi di nuove sacche di precariato, di formare specificatamente alla professione docente e migliorare, quindi, la qualità complessiva dell’offerta didattica per i giovani e le loro famiglie”. 

 

RINO DI MEGLIO (coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti)

“La Buona Scuola fa un passo avanti e due indietro. Rispetto alle stesure originarie di alcune deleghe della legge 107/2015, i decreti attuativi che questa mattina hanno ottenuto il via libera del CdM risultano più confusi e in talune parti peggiorati”.

“Ovviamente ci riserviamo un’analisi più approfondita dopo l’esame dettagliato dei testi dei decreti – precisa Di Meglio – ma da quanto si evince finora restiamo perplessi riguardo alcune scelte adottate dal Governo. Anche sul fronte delle risorse stanziate, è evidente che sono del tutto insufficienti per realizzare gli interventi promessi nei decreti. Resta comunque fermo il nostro dissenso sulla legge 107 e continueremo a batterci affinché venga modificata”.

“Per quanto riguarda il nuovo sistema di reclutamento – afferma il coordinatore nazionale – riteniamo grave che l’abilitazione all’insegnamento sia stata sostituita da una semplice specializzazione: si tratta di una modifica per legge dello status giuridico dei docenti che vengono così dequalificati a laureati specializzati, in contrasto con l’attuale modello di riconoscimento delle abilitazioni adottato negli altri Paesi dell’Unione Europea”.

Forti le critiche anche sul sistema integrato 0-6 anni: “il potenziamento è previsto soltanto nell’ambito delle quote di organico di potenziamento già attribuite. In concreto – spiega Di Meglio – il potenziamento sulla scuola dell’infanzia potrebbe essere concesso solo con compensazioni in negativo sulla quota di potenziamento della secondaria di secondo grado”.

Di Meglio si dice soddisfatto, invece, sul fronte della valutazione per il mantenimento nel primo ciclo dei voti numerici e della sufficienza in tutte le materie per l’ammissione all’esame di Maturità, “due punti che accolgono le richieste avanzate dalla Gilda degli Insegnanti in sede di audizione, così come consideriamo una nostra vittoria aver ottenuto la semplificazione del percorso di stabilizzazione per i docenti abilitati di seconda fascia”. 

 

FRANCESCO SINOPOLI (segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL)

“A nulla sono valsi gli appelli che sono giunti da chi opera quotidianamente nelle scuole e dalle forze sociali, a partire dalle organizzazioni sindacali, di individuare obiettivi condivisi (stabilizzazione dei precari in tutti gli ordini di scuola, potenziamento dell’organico, generalizzazione della scuola dell’infanzia) su cui focalizzare l’attenzione nell’immediato, rimandando a provvedimenti successivi gli altri aspetti che richiedono approfondimenti e partecipazione di tutte le componenti scolastiche. Abbiamo giudicato sbagliata la scelta di procedere con tutte le deleghe della legge 107/15 da parte del ministro Fedeli e riteniamo oggi un errore grave che il Governo le abbia approvate.
La Flc Cgil, pur apprezzando i passi avanti fatti sulla stabilizzazione dei precari della scuola secondaria di secondo grado e sul riordino delle scuole italiane all’estero, non si riconosce nel modello di scuola che emerge da queste deleghe che è in perfetta coerenza con quanto previsto dalla legge 107/15.
La Flc Cgil preannuncia fin d’ora una forte azione di contrasto e lavorerà affinché si giunga a una mobilitazione unitaria con le altre forze sindacali che veda il coinvolgimento degli studenti, delle famiglie, delle forze politiche, degli enti locali.
Una legge, la 107/15, sbagliata in radice, figlia di una ideologia primitiva e perdente, e un contratto che non si rinnova dal 2007, hanno creato uno scenario di sofferenza e di impasse nella scuola non più tollerabile.
Si apre inevitabilmente una lunga stagione conflittuale con il mondo della scuola che si snoderà parallelamente alle vicende politiche che condurranno alle elezioni. Il nostro obiettivo sarà quello di riaprire una vera discussione pubblica sulla missione della scuola e sulle sue vere priorità”.

 

PINO TURI (segretario generale Uil-Scuola) 

 

“Quello che abbiamo visto è un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda della delega presa in considerazione. Ciò che valuteremo sono le conseguenze concrete dell’impianto delle deleghe sulla comunità scolastica e le ricadute sul personale, in termini di diritti e doveri di natura contrattuale.

 

Su questo punto abbiamo un orizzonte chiaro: vale l’accordo Governo-sindacati del 30 novembre, che troverà piena attuazione con l’approvazione del nuovo testo unico.
Questo significa che le materie oggetto di contrattazione vanno riportate al contratto di lavoro.

Per quanto riguarda le deleghe che hanno una diretta ricaduta sul personale, quella sulla formazione iniziale prevede una fase transitoria che sembra dare risposte in termini di prospettive positive per le migliaia di precari rimasti fuori dalla legge 107.

Altrettanto positiva appare la delega sulle scuole italiane all’estero per le quali sembrano risolti molti dei problemi sollevati.

 

Restano molte perplessità in relazione alle deleghe che non sembrano dare risposte esaustive per rendere esigibili i diritti degli alunne e delle famiglie, in particolare per i ragazzi con disabilità.

Non sembrano risolte le sovrapposizioni di competenze tra i vari enti istituzionali per le quattro deleghe: inclusione, 0-6, diritto allo studio, istruzione professionale.

Sono provvedimenti legislativi che invece di chiarire le varie competenze, rischiano di complicarle, lasciando poi, alle singole scuole, il compito di garantire i diritti degli studenti e delle famiglie, senza le dovute risorse professionali e finanziarie.

 

Sul fronte delle risorse messe a disposizione, sia pure aggiuntive e in controtendenza rispetto alla stessa 107 che mirava, invece, ad un risparmio finanziario, non sono sufficienti a dare risposte a tutte le questioni oggetto delle deleghe. 

Redazione

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