7 scuole su dieci, sei mila scuole cioè, potranno aprire i battenti nel pomeriggio e la domenica, grazie a un bando del Miur che stanzia 240 milioni. «Questa è la nostra risposta alla dispersione scolastica, un piano nazionale per organico, senza più fondi distribuiti a pioggia su micro-progetti non monitorabili»: così la ministra Giannini.
“Scuola al Centro”, atto secondo. Come promesso, dopo la partenza estiva
Si estende a tutta Italia, dopo le 400 scuole di Milano, Roma, Napoli e Palermo l’iniziativa voluta dal Governo per realizzare anche percorsi di inclusione sociale: «la scuola non può e non deve lasciare soli i ragazzi. La sua attività non è solo insegnare, ma essere punto di riferimento della comunità. Scuola al centro, significa aperta, capace di rispondere alle esigenze della comunità che sta fuori… Noi diamo l’opportunità di sentire la scuola per quello che è, la propria casa».
Saranno dunque 6mila, il 72,4% degli istituti d’Italia, le scuole che resteranno aperte il pomeriggio per attività educative extracurricolari: sport, teatro, lingue straniere, musica, arte, competenze digitali, con un investimento di 240 milioni di euro, pari cioè a 40mila euro di dotazione ciascuna.
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L’obiettivo è quello di avere a disposizione 240 ore in più all’anno per ogni scuola: «La Scuola al Centro è il cuore del nostro piano contro la dispersione scolastica. I dati ci dicono che la situazione sta migliorando, il tasso di dispersione medio nazionale è passato dal 20,8% del 2006 al 14,7% del 2015, ma dobbiamo ancora lavorare molto, soprattutto nelle aree dove c’è maggiore disagio sociale. Questa è la nostra risposta: un piano nazionale per una iniziativa organica, senza più fondi distribuiti a pioggia su micro-progetti non monitorabili come avveniva in passato».
Il bando da 240 milioni di euro, finanziato dal Fondo sociale europeo nell’ambito del PON 2014-2020 “Per la scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento”, scadrà il 31 ottobre. Le scuole dovranno garantire almeno 60 ore aggiuntive di potenziamento delle competenze di base (tra cui la lingua italiana) e almeno 60 ore extra di sport ed educazione motoria. L’altra metà delle 240 ore dovranno articolarsi in quattro moduli da 30 ore ciascuno, liberamente scelti dalle scuole in coerenza con il Piano dell’offerta formativa: potranno riguardare il rafforzamento della lingua straniera, le competenze digitali, l’orientamento post-scolastico, la musica e il canto, l’arte, la scrittura creativa, il teatro, i laboratori artigianali per la valorizzazione delle vocazioni territoriali, l’educazione alla legalità e la cura dei beni comuni, la cittadinanza italiana ed europea, i percorsi formativi di inclusione che prevedano il coinvolgimento dei genitori.
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