Le prove Invalsi quest’anno sono andate male, soprattutto nella scuola secondaria di I e II grado, in particolar modo al Sud, dove si evincono forti lacune da parte degli studenti e delle studentesse in Italiano e Matematica.
La risposta da parte della politica italiana, in particolar modo dal segretario del PD Enrico Letta, è di rendere obbligatoria la scuola dell’infanzia già dai 3 anni è innalzare l’obbligo di istruzione fino ai 18.
Per migliorare le competenze di calcolo, linguistiche e metacognitive degli studenti, si pensa quindi non a mettere in discussione e riorganizzare lo stesso concetto di “scuola“ rimodulando parte della programmazione e delle metodologie didattiche che rendano gli apprendimenti più ludici ed accattivanti nei discenti tali che per loro “imparare”, direbbe David Ausubel, abbia davvero un senso, rafforzando nel concreto l’autonomia degli insegnanti e la loro dignità professionale affinché non abbiano più paura a mettere un voto negativo o una nota disciplinare ad uno studente per non ritrovarsi poi dinanzi ad un plotone di esecuzione fatto da mamme e dirigenti scolastici che faranno ogni tipo di pressione pur di alzare quel voto negativo o cancellare quella nota disciplinare, ma semplicemente farli stare più tempo a scuola.
Nella stessa scuola, però, che li ha resi carenti per quanto riguarda lo sviluppo di conoscenze ed abilità e che contestualmente si augura il raggiungimento del successo formativo da parte di ogni studente e studentessa.
Nei Paesi Scandinavi, dove ci sono le scuole più innovative in Europa e nel mondo da un punto di vista tecnologico e didattico, dove è data un‘importanza fondamentale alla laboriosità e alla cooperazione tra i discenti nell’acquisizione di conoscenza anziché alla trasmissione frontale di dati ed informazioni, dove l’empatia diventa una materia (con voto!) che ha dignità al pari delle altre, la frequenza scolastica inizia a 7 anni.
I Paesi Scandinavi ci fanno che capire che non importa quanto tempo stai scuola ma come ci stai a scuola e come funziona la tua scuola!
Davide Maddaluno
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