Nei giorni scorsi il Miur avrebbe dato incarico ad un gruppo di lavoro di esperti di prendere in esame il problema del portfolio dell’alunno; il condizionale è dovuto al fatto che la commissione di lavoro non risulta ancora formalmente costituita ma si sa da fonti attendibili che lo stesso prof. Bertagna ne è il coordinatore.
Il gruppo di lavoro dovrebbe avere un duplice obiettivo: da un lato potrebbe fornire alle scuole materiali e strumenti (e, se non dei veri e propri modelli di portfolio, almeno qualche indicazione su come concretamente realizzarlo).
Ma soprattutto alle scuole verranno suggerite linee guida per affrontare e risolvere alcuni delicati problemi che quest’anno si sono presentati.
Sembra infatti che in questi primi mesi di applicazione della norma al Garante per la privacy siano pervenute non poche segnalazioni di famiglie “irritate” per le domande non proprio neutre spesso contenute nelle schede predisposte dalle scuole (“l’alunna aiuta la mamma nei lavori domestici ?”, “l’alunno assiste a spettacoli televisivi anche in ora tarda ?”, ecc… )
Nel timore che le proteste delle famiglie possano dare luogo a forme di contenzioso che vedrebbero coinvolto – seppure in modo indiretto – lo stesso Ministero, gli esperti di viale Trastevere stanno pensando di fornire alle scuole una sorta di “codice di regolamentazione”.
E’ probabile che l’iniziativa del Ministero venga accolta positivamente dalle scuole che sarebbero in qualche misura “tutelate”.
C’è tuttavia da chiedersi perchè una simile iniziativa non sia stata assunta già nei mesi scorsi in modo da evitare il rischioso (e spesso improduttivo) “fai da te” che ha coinvolto la stragrande maggioranza delle scuole del primo ciclo.