Per annunciare l’esito del ricorso presentato al Tar contro l’ultima circolare ministeriale sul portfolio Cgil-Flc usa il linguaggio della “battaglia navale” e parla di “riforma Moratti affondata”.
Come si ricorderà, poco più di un mese fa il Tar del Lazio aveva già accolto un ricorso dei Cobas contro la circolare 84 su portfolio e scheda di valutazione; qualche giorno dopo il Miur emanava una nota di chiarimento e invitava le scuole a non compilare la sezione non obbligatoria del portfolio dedicata alla biografia dell’alunno; a proposito della controversia sulla valutazione della religione cattolica il Miur chiariva testualmente: “Per quanto concerne l’insegnamento della religione cattolica, in attesa che si pervenga ad una definizione del contenzioso in corso circa la modalità di valutazione, le istituzioni scolastiche, per il corrente anno scolastico, potranno continuare a redigere, per gli alunni che si sono avvalsi di tale insegnamento, la speciale nota prevista dall’art. 309 del Testo Unico, di cui al decreto legislativo n. 297/1994”.
Proprio questa formulazione è stata impugnata da Cgil-Flc che ha eccepito l’illegittimità del “potranno” in luogo del “dovranno” che, secondo il sindacato, il Ministero avrebbe invece dovuto usare.
Adesso il Tar del Lazio ha dato ragione a Cgil-Flc che a questo punto canta vittoria e parla di “colpo mortale assestato al cuore dei provvedimenti del ministro Moratti”.
Secondo Cgil-Flc la sentenza del Tar sarebbe un colpo decisivo al portfolio inteso come “espressione massima della personalizzazione per assecondare la quale si è pensato di dover destrutturare tutto il funzionamento della scuola”.
Anche se l’esultanza del sindacato di Panini appare più che legittima, va però detto che le decisioni del Tribunale amministrativo, che peraltro non hanno ancora valore definitivo in quanto il Ministero ha già chiesto l’intervento del Consiglio di Stato, non assestano nessun colpo mortale né al portfolio né al modello della personalizzazione.
In realtà le due sentenze mettono in discussione due punti molto specifici: la valutazione dell’insegnamento della religione cattolica inserita nella scheda insieme con le altre discipline e l’inserimento nel portfolio di una sezione dedicata alla “biografia dell’alunno”. Il Tar del Lazio non ha invece accolto nessuna delle altre obiezioni sollevate da Cobas e Cgil-Flc che tendevano ad ottenere un pronunciamento anche sulla funzione tutoriale e sulla non obbligatorietà delle Indicazioni nazionali.
Adesso non resta che aspettare la risposta del Ministero che ora deve emanare una nuova circolare che recepisca le disposizioni della giustizia amministrativa.