Posizioni economiche Ata: 5200 lavoratori dimenticati

“Pacta sunt servanda” ovvero i patti devono essere rispettati, questa celebre massima, attribuita ad Ulpiano, insegna come non è possibile liberarsi unilateralmente dagli obblighi assunti per contratto.

Tutto iniziò nel 2010 con una norma inserita nel Patto di stabilità che prevedeva il blocco delle retribuzioni per il pubblico impiego; nel 2013 il Mef con una Circolare decretò il blocco del pagamento delle posizioni economiche conseguite dopo il 2011, chiedendo la restituzione di quanto già versato al personale Ata che aveva acquisito le Posizioni Economiche. Naturalmente non era possibile chiedere la restituzione dei compensi agli assistenti amministrativi, assistenti tecnici e collaboratori scolastici dopo aver già espletato le prestazioni lavorative connesse con le posizioni economiche acquisite. Pertanto per sanare questa situazione incresciosa il Governo approvò il Decreto Legge n. 3 del 2014, conosciuto come “Decreto Stipendi”, nell’ambito dello stesso era previsto l’erogazione di un contributo una-tantum, a favore di tutti gli aventi diritto fino al 31 agosto 2014. In seguito nell’agosto 2014 fu stipulato un accordo Aran-Sindacati per consentire questi pagamenti, gli emolumenti sono stati erogati fino a settembre 2014, liquidando la parte del compenso dovuto e non ancora versato fino al 31 agosto 2014.

La vicenda sembrava volgere verso un esito positivo per i malcapitati lavoratori, ma non è stato cosi; infatti, a settembre 2014 non è stato effettuato il pagamento per 5200 Ata, che avevano anch’essi eseguito le prestazioni aggiuntive dovute in base a regolari incarichi ricevuti, ma i cui elenchi non erano stati trasmessi al Miur perché i corsi di formazione sono stati completati in ritardo. Ma l’esistenza di queste persone, che erano state formate ad hoc era nota, in quanto i posti messi a bando nel concorso del 2011 erano stati accantonati in base ai fondi disponibili.

Una delle “leggi” dell’ingegnere americano Murphy asserisce che “se qualcosa può andar male andrà male”, e così è stato; una catena di errori concatenati, uno dietro l’altro… e 5200 lavoratori non sono stati considerati nei conteggi tra assistenti amministrativi, assistenti tecnici e collaboratori scolastici ed attendono ancora il compenso per le prestazioni aggiuntive rese dal settembre 2012 in poi. A pensarci questa situazione è veramente grottesca: il personale è stato sottoposto a un vero tour de force: procedura concorsuale, graduatorie, corsi di formazione (ben due per le seconde posizioni economiche), prestazioni lavorative aggiuntive e non hanno ricevuto nessun pagamento, neanche con i fondi destinati dal Miur alle Istituzioni Scolastiche, perché erano destinatari di posizioni economiche.

Il 21 gennaio ci sarà un incontro Miur-Sindacati per risolvere questa incresciosa situazione e speriamo si possa finalmente scrivere la parola “fine” a questa vicenda che per alcuni tratti ha assunto una connotazione kafkiana, causando al personale della scuola disagi sia economici sia psicologici derivanti dalla grave discriminazione cui sono stati sottoposti. Noi chiediamo di ripristinare la certezza del diritto per tutti i lavoratori della scuola e di essere trattati come risorse umane e non come “numeri”.

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